Crollo Vela Celeste a Scampia

“Ho soccorso i bambini sotto le macerie, ho visto l’orrore”: il racconto degli abitanti di Scampia

All’esterno della Vela Celeste in tanti si chiedono quando potrai rientrare nelle proprie case. Ma tutti, nessuno escluso, pensano ancora alla tragedia che ha colpito il quartiere in cui hanno preso la vita due persone e sono rimasti feriti diversi bambini.
A cura di Gaia Martignetti
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Uno degli abitanti che ha soccorso i bambini
Uno degli abitanti che ha soccorso i bambini
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"Una cosa è raccontarlo una cosa è vederlo. Ho visto l'orrore. Ho soccorso i primi bambini sotto le macerie". È difficile spiegare quanto accaduto a Scampia, periferia nord di Napoli. Nella notte il ballatoio della Vela Celeste è crollato, causando la morte di due persone e il ferimento di altre, tra cui diversi bambini. Un dato che si aggiorna di continuo, dato le delicate condizioni dei feriti. I primi a soccorrere i piccoli del quartiere sono state proprio le persone che ci abitano, in attesa della ambulanze.

"Ho preso i bambini e ho fatto il primo soccorso. Sono arrivati altri al Santobono, con le macchine. Se non correvamo noi i bambini morivano tutti". Uno dei soccorritori racconta a fatica quanto vissuto nella notte. "Voglio solo sapere come stanno ora", spiega ai giornalisti. Non è il solo a non voler sentir parlare di cause e colpe. Per quello ci sarà modo e tempo.

Una delle persone all'esterno della Vela Celeste
Una delle persone all'esterno della Vela Celeste

"Non sappiamo quello che è successo, sappiamo solo che abbiamo visto una famiglia cadere giù. Delle altre problematiche a noi non interessa". Il giorno dopo un lutto fortissime per la gente delle Vele, ci sono le tende della protezione civile, bottiglie d'acqua e forze dell'ordine a impedire l'ingresso dove si è consumata una tragedia.

"Secondo me, continua uno dei soccorritori, una bambina l'ho salvata. Era morta, mi sono ritirato dal Santobono alle 4.30 pieno di sangue. Un macello. Ho visto bambini con le gambe rotte, ematomi. Ho portato i bambini dalle macchine alle barelle, più di questo non ho potuto fare".

Quasi tutti i presenti, che conoscevano le due vittime Roberto Abbruzzo, 28 anni, e Margherita della Ragione, 35 anni, continuano a ripetere sempre la stessa cosa: "Ci interessa dei bambini che stavano là sotto. I bambini devono vivere, non devono morire. Mi auguro che il Prefetto – continua una delle sfollate – si muova e faccia cose buone per tutti noi".

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