“Hai picchiato mio figlio, mi devi 50mila euro”, il consigliere regionale Zannini minacciato dal cugino del boss
Il consigliere regionale Giovanni Zannini era finito nel mirino di Tiberio Francesco La Torre, cugino dell'ex capoclan Augusto oggi collaboratore di giustizia, che pretendeva da lui 50mila euro come risarcimento per avere ferito anni fa il figlio. Emerge dall'ordinanza che ha portato ieri in carcere il 65enne, ritenuto anche lui inquadrato nello stesso clan dell'orbita dei Casalesi, accusato di estorsione e tentata estorsione ai danni del politico e di un imprenditore. La Torre, scarcerato nel 2020 e rimasto lontano da Mondragone per un provvedimento emesso nei suoi confronti, era tornato nella cittadina da circa un anno; secondo le risultanze investigative le condotte estorsive sarebbero andate avanti fino all'8 maggio.
Le estorsioni all'imprenditore e al politico
Per incontrare il consigliere regionale, eletto nel 2020 con la lista "De Luca Presidente", il pregiudicato avrebbe esercitato pressioni su un imprenditore che opera nel settore del trattamento rifiuti, al quale avrebbe tra l'altro imposto una estorsione ricevendo diverse somme di denaro (20mila euro totali, in rate da 2mila, 2.500 e 3mila euro) . I fatti a cui avrebbe fatto riferimento La Torre risalirebbero a circa 15 anni fa, quando Zannini, avvocato, lo aveva difeso in un processo; in quelle circostanze il futuro consigliere regionale avrebbe discusso col figlio dell'imputato, che lo accusava di non curare adeguatamente la vicenda del padre. Tra i due sarebbe nata una discussione e Zannini, per sottrarsi ad una aggressione, avrebbe reagito e avrebbe finito col ferire il ragazzo, che sarebbe stato ricoverato in ospedale. Successivamente, ricostruisce l'ordinanza, tra i due ci sarebbe stato un chiarimento e i loro rapporti negli anni sarebbero rimasti cordiali.
"Mi hai fatto prendere collera per il fatto di mio figlio"
Il consigliere regionale, nella denuncia presentata ai carabinieri, ha raccontato che Tiberio Francesco La Torre si era presentato a casa sua in due occasioni: la prima intorno alle sei di mattino, a dire dell'indagato per salutarlo e a quell'ora per non metterlo in imbarazzo, e la seconda alle 6.55, ma questa volta Zannini lo aveva riconosciuto dalle telecamere e non aveva aperto al citofono. Alcuni mesi prima, inoltre, tra l'autunno e l'estate 2023, La Torre avrebbe sottolineato di essere arrabbiato per la vicenda di anni prima e, nel dicembre 2023, il figlio avrebbe inviato a Zannini un messaggio per chiedergli il risarcimento per le lesioni.
Successivamente, prima di Natale, Zannini avrebbe causalmente incontrato La Torre nei pressi di un bar di Mondragone e questi gli avrebbe detto: "Tu mi hai fatto prendere collera per il fatto di mio figlio". Il politico avrebbe risposto di essersi soltanto difeso e che per quella vecchia storia c'era stato già un chiarimento anni prima, ma l'indagato, andando via, avrebbe aggiunto, in dialetto: "Poi ci vediamo, poi ci vediamo".