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Guerra in Ucraina

Guerra in Ucraina, il prof. Savino: “Sarà lunga, sanzioni anche alla Chiesa ortodossa”

“Sempre più possibile l’uso di armi atomiche o chimiche”. Il docente italiano fino a pochi mesi fa a Mosca, spiega anche l’impatto delle parole di Papa Francesco in Russia: “Ha colpito il Patriarca Kirill”
A cura di Antonio Musella
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Fino allo scoppio della guerra in Ucraina, il professor Giovanni Savino insegnava storia contemporanea all'Università di Mosca, ora è "visit professor" all'Università di Parma, ma è uno dei più lucidi analisti di quello che sta avvenendo nel paese di Vladimir Putin in questo contesto di guerra. Con lui abbiamo voluto affrontare i temi più importanti delle ultime settimane del conflitto e soprattutto come l'opinione pubblica russa percepisce l'andamento della guerra e le conseguenze che ne derivano.

Professore oggi qual è il livello di consenso di Putin dopo lo scoppio della guerra?

Quando parliamo di consenso in Russia dobbiamo stare molto attenti, è un paese con un regime autoritario ed è un paese in guerra, che chiamano "operazione speciale" ma sempre guerra è. Per rispondere a questa domanda cito un'inchiesta di Maksimov Kats, uno degli attivisti di opposizione più noti a Mosca. Su un sondaggio con un bacino di utenza di 70 mila persone, solo 600 hanno accettato di rispondere. Ma la questione chiave è come vengono formulate le domande, se si chiede: "Sei d'accordo con l'operazione speciale in Ucraina" il russo medio capisce subito che è un sondaggio della VTSioM, l'agenzia di statistica nazionale russa, e capisce che è opportuno rispondere in un certo modo. Io non credo che ci siano grandi crepe nel blocco di potere di Putin, che non sono gli oligarchi ma i Siloviki, uomini della forza, letteralmente. Si tratta di uomini delle forze dell'ordine, delle agenzie di sicurezza, dei servizi segreti, dell'esercito, che non hanno interessi all'estero. Anzi per loro da alcuni anni è vietato lasciare il paese. Su di loro le sanzioni non hanno alcun effetto, perché i loro interessi sono tutti in Russia.

Si parla spesso, anche sui media di Stato russi, dell'uso di armi atomiche o non convenzionali, che idea si è fatto su questo?

Quando Putin parla di possibilità di utilizzo di armi non convenzionali lo fa in maniera molto seria. Io sono francamente spaventato da questo, perché credo che abbiamo perso il senso di ciò che vuol dire l'uso del nucleare nel mondo. Io credo che sia assolutamente possibile. Non credo che Putin possa attaccare i paesi della NATO ora, ma credo che il possibile utilizzo di armi atomiche in Ucraina avrebbe conseguenza per il continente europeo. L'uso di armi chimiche invece non avrebbe conseguenze per noi, ma significherebbe che l'Europa è tornata quella di prima del 1945.

L'escalation sembra allontanare sempre di più una possibile fine del conflitto, quali sono le sue previsioni?

La possibilità di cronicizzazione del conflitto è altissima. Io credo che parleremo di questa guerra ancora a lungo. Stanno utilizzando tante armi e se la Russia ha un vantaggio è quello di avere un arsenale gigantesco. E' chiaro che le trattative oggi risentono della necessità di Putin di poter avere una qualche vittoria da poter sbandierare. Al Cremlino, in sostanza, hanno il problema che aver gonfiato così tanto la propaganda, essersi spinti a parlare di operazione contro i nazisti e contro quei mostri che sarebbero i combattenti ucraini, crea il problema che una trattativa porterebbe disorientamento se non addirittura una aperta contestazione nell'opinione pubblica. Insomma si ha l'impressione che si sono messi in una situazione in cui non sanno più come uscirne.

Che impatto hanno avuto le parole di Papa Francesco nell'opinione pubblica russa?

E' interessante notare come siano state percepite le parole del Papa in Italia, in Russia e negli Stati Uniti. Papa Francesco ha parlato del Patriarca.

Ha anche parlato di responsabilità della NATO

Sì ma in Russia e anche negli Stati Uniti questo aspetto è stato totalmente ignorato dai media ufficiali e da quelli indipendenti. L'accento è stato posto sulle parole usate da Papa Francesco sul Patriarca Kirill. Il Papa ha riferito che durante la chiamata su Zoom con il Patriarca, Kirill aveva un foglietto in mano su cui c'erano scritte delle cose e leggeva, e lui gli ha detto: "Fratello, io non capisco nulla di guerra, ma non possiamo comportarci come i chirichetti di Putin". Parole dure che hanno avuto ampio spazio in Russia ma anche sulla CNN. Questo ha provocato una rottura di rapporti, l'ufficio relazioni del Patriarcato ortodosso di Mosca ha parlato di possibili conseguenze nel dialogo ecumenico, perché il Papa avrebbe riferito circostante di un colloquio privato. Il Papa credo che ha voluto sottolineare anche la natura "cesaropapista" della chiesa ortodossa russa, ovvero quella di una chiesa sottoposta allo Stato.

Si parla di possibili sanzioni internazionali sul patriarca Kirill

La richiesta di sanzioni va capita per quello che è la chiesa ortodossa russa, che ha promosso il consiglio panrusso di cui è vice presidente Kostantin Malofeev che agisce nell'ambito del "World Family Forum". Malofeev è un oligarca che ha avuto rapporti anche con politici italiani come la Lega di Salvini. Quindi la richiesta di sanzioni potrebbe servire a colpire quelli che sono i contatti della chiesa ortodossa russa con alcuni esponenti europei. Il fatto che il Patriarca abbia parlato nei suoi sermoni dell'operazione speciale come una crociata contro gay e nazisti ed abbia evocato la vittoria dell'URSS sui nazisti come vittoria nazionale, fa capire come Kirill non può essere considerato come un leader religioso ma come parte della costruzione politica della Russia di oggi.

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