Guerra in Congo, il console Melone: “L’Europa vigili sulle elezioni presidenziali”
A portare Denis Mukwege, premio Nobel per la pace 2018, in Italia è stato il console del Congo a Napoli, l'avvocato Angelo Melone. Il dottor Mukwege, ai microfoni di Fanpage.it ha lanciato un messaggio chiaro verso l'Unione Europa, chiedendo il blocco della vendita di armi alle milizie impegnate nella guerra per controllare le risorse minerarie del paese, chiedendo l'applicazione di sanzioni dure per far rispettare la risoluzione Onu.
La Repubblica Democratica del Congo è il paese che possiede le più ingenti risorse minerarie necessarie per le produzione tecnologiche come gli smartphone e i computer, gruppi armati si fronteggiano per il controllo delle miniere di cobalto e cult, una guerra che ha prodotto oltre 6 milioni di morti in 25 anni. Mukwege è una delle personalità africane più influenti al mondo, e con il suo ospedale "Panzi" a Bukavu, da oltre 20 anni salva le vite delle donne il cui corpo viene usato come campo di battaglie, con continue violenze e danni all'apparato genitale.
Melone è stato il primo promotore del tour italiano di Mukwege che lo ha portato a Napoli, dove gli è stata conferita la laurea honoris causa da parte dell'Università Federico II, a Sant'Antimo gli è stato dedicato un murales ad opera dell'artista Alessandro Ciambrone. Infine a Roma dove il medico congolese incontrerà Papa Francesco.
Mukwege vuole dare in questo momento un messaggio politico all'Europa, la guerra insanguina quel pezzo di Africa, cosa può fare l'Europa?
Parliamo di una guerra che non si racconta, è una guerra dimenticata, solo la settimana scorsa sono morte 120 persone, il viaggio di Mukwege serve a raccontare la sua storia ma ad accendere i riflettori su cosa avviene oggi in Repubblica Democratica del Congo. Ho voluto dare un sostegno concreto, abbiamo avuto una donazione di 110 mila euro dall'Ordine dei Farmacisti, e dalla Fondazione Pascale la donazione di un apparecchio per la tac per l'ospedale "Panzi" del dottor Mukwege. Un aiuto concreto per chi sta subendo una guerra da 25 anni.
Il 2023 sarà un anno importante per la Repubblica Democratica del Congo
L'anno prossimo ci saranno le elezioni, è molto importante che l'Italia e l'Unione Europea spingano per un controllo della comunità internazionale sulla regolarità del processo elettorale. Credo che solo attraverso una vera democrazia il paese può migliorare. Il Congo possiede minerali indispensabili per la transizione ecologica, coltan, cobalto, litio, si pensi che l'85% di tutto il coltan estratto nel mondo viene estratto in Congo. Da qui a 15 anni la trasformazione in chiave ecologica della mobilità, avverrà grazie ai minerali estratti nelle regione del Kivu dove opera Denis Mukwege. Gli interessi delle grosse multinazionali sono enormi e non fanno che alimentare la guerra, la cui causa è inconcepibile se non per l'accaparramento di queste risorse.
C'è anche un ruolo di chi vende armi in Congo, che fa affari d'oro, cosa può fare l'Europa su questo?
Si deve capire che tutto ciò che ci circonda, dalle Tv, ai cellulari, alle macchine elettriche, sono fatti di minerali che vengono dal Congo. L'estrazione di questi minerali avviene in maniera del tutto irregolare e porta disgrazie sociali in questa regione, parliamo di donne e bambini sfruttati, soprattutto i bambini che sono piccoli e vengono usati nei cunicoli delle miniere. La comunità internazionale deve regolarizzare il commercio di questi minerali ed accertarsi che provengano da miniere registrate e certificate. Per questo gli organismi sovranazionali possono fare la loro parte in queste regioni.
In Italia abbiamo vissuto il dramma dell'omicidio dell'ambasciatore Luca Attanasio in Congo, come si è chiusa quella vicenda?
Ci fu una superficialità da parte di un funzionario del PAN che non accordò la scorta ad Attanasio per una superficialità burocratica. Il Congo ufficialmente ha chiuso le indagini ed ha trovato i colpevoli. Le autorità italiane invece stanno ancora svolgendo le indagini e stanno facendo ulteriori approfondimenti. Purtroppo oggi il Congo è più pericoloso che mai.