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Greenpeace: “A Napoli acqua contaminata da PFAS”. Abc smentisce: “È buonissima, parametri nei limiti”

Abc smentisce l’allarme sulla presenza di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) nell’acqua potabile: “Qualità dell’acqua pubblica a Napoli è ottima”
A cura di Pierluigi Frattasi
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"A Napoli trovate concentrazioni di molecole di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) nell'acqua potabile". Sono i dati emersi dallo studio dell'associazione ambientalista Greenpeace, pubblicato il 22 gennaio scorso, sull'analisi dell'acqua potabile in tutte le regioni italiane. I PFAS, ha spiegato Greenpeace, sono "noti anche come “inquinanti eterni”, sono sostanze chimiche usate in numerosi processi industriali e prodotti di largo consumo, che si accumulano nell’ambiente e che sono da tempo associate a gravi rischi per la salute". La ricerca sarebbe nata "per rispondere alla crescente preoccupazione della popolazione e per sopperire alla mancanza di dati pubblici a riguardo". Nello specifico, per Napoli, Greenpeace avrebbe rilevato concentrazioni pari a 6,3 ng/l (miliardesimi di grammo per litro).

Ma ABC, l'azienda speciale dell'acqua pubblica, di proprietà del Comune di Napoli, smentisce qualsiasi pericolosità dell'acqua potabile. Per l'acquedotto partenopeo, non c'è alcun allarme sulla contaminazione dell'acqua e bolla come "assolutamente inesistente, la gravità della questione sulla asserita presenza di PFAS nell’acqua distribuita dall’acquedotto della città di Napoli". "Le stesse concentrazioni rilevate da Greenpeace – precisa Abc – dichiarate pari a 6,3 ng/l (miliardesimi di grammo per litro), risultano più di 15 volte inferiori al futuro limite di legge che verrà stabilito dalla norma che entrerà in vigore il prossimo anno e che sarà pari a 100 ng/l".

ABC: "La qualità dell'acqua è ottima"

ABC Napoli, gestore del Servizio Idrico Integrato della città di Napoli, in una nota:

garantisce l’ottima qualità dell’acqua distribuita in città grazie ad una capillare rete di punti di prelievo e agli oltre 130.000 parametri controllati ogni anno. Circa il triplo di quelli obbligatori per legge.

L'azienda entra anche nel merito sulla diffusione dei dati:

I PFAS (acronimo per sostanze per-fluoro alchiliche) sono dei composti chimici utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua ed ai grassi e la attuale normativa italiana sulle acque potabili non ne impone la ricerca. In previsione dell’entrata in vigore di una norma che introdurrà dei limiti tabellari riferiti ai composti PFAS, prevista per il 12 gennaio 2026, ABC Napoli ha comunque già avviato da circa 3 anni una campagna di monitoraggio estesa su più punti rappresentativi di tutte le fonti idriche gestite. Dalla valutazione complessiva dei dati ottenuti si evidenzia un quadro estremamente rassicurante dal momento che le concentrazioni – solo occasionalmente rilevate e beninteso in un numero statisticamente irrilevante di campioni – sono talmente basse da essere a malapena rilevabili dai più sofisticati strumenti utilizzati in laboratorio.

E conclude:

Le stesse concentrazioni rilevate da Greenpeace, dichiarate pari a 6,3 ng/l (miliardesimi di grammo per litro), risultano quindi più di 15 volte inferiori al futuro limite di legge che verrà stabilito dalla norma che entrerà in vigore il prossimo anno e che sarà pari a 100 ng/l. È quindi assolutamente da stigmatizzare l’allarme lanciato dalle testate giornalistiche per la Città di Napoli che non ha motivo di nutrire alcuna preoccupazione sulla qualità dell’acqua del suo acquedotto, proveniente da fonti tra le più pure d’Italia e con caratteristiche anche organolettiche eccezionali, unite poi ad un “maniacale” sistema di controllo messo a punto e regolarmente attuato da ABC.

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