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Covid 19

Green Pass senza fare il vaccino, inseriti falsi dati nella piattaforma Soresa Campania

La Procura di Nocera Inferiore (Salerno) indaga su una ventina di falsi vaccinati, i cui nomi erano stati inseriti nella piattaforma regionale Soresa, in modo da ottenere il Green Pass, sebbene non avessero mai ricevuto le somministrazioni. I casi emersi a Scafati e a Nocera Inferiore, i centri hanno sporto denuncia ai carabinieri.
A cura di Nico Falco
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I loro nomi risultano sulla piattaforma regionale, per la Regione Campania hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti Covid. Nei centri vaccinali, però, nessuno li ha mai visti e non c'è traccia nemmeno sulla documentazione cartacea, quella che viene compilata al momento della somministrazione. In altre parole: si tratterebbe di vaccinazioni fantasma per ottenere il Green Pass, di nominativi che qualcuno ha infilato tra le decine di migliaia di nomi agendo in qualche modo sul database regionale senza che ci fosse in realtà nessuna somministrazione.

Gli accertamenti sono partiti proprio dai centri vaccinali, in particolare da quello di Scafati. Martedì scorso il personale si è accorto che i dati inseriti sulla piattaforma Soresa non combaciavano coi registri: c'erano otto persone in più, che risultavano tra quelle che erano state vaccinate durante la giornata. Nell'ospedale di Scafati, però, non erano mai arrivate. La responsabile del centro ha allertato l'Asl di Salerno e successivamente, dopo i controlli del caso, è partita la denuncia ai carabinieri. Una vicenda analoga, al centro di una distinta denuncia, è emersa all'ospedale Umberto I di Nocera Inferiore: una decina di persone che, pur non avendo avuto il vaccino, risultano inserite nel database Soresa.

Sull'anomalia, come scrive l'edizione di Salerno del Mattino, indaga la Procura di Nocera Inferiore. I casi finora scoperti sono poco meno di una ventina ma il numero potrebbe salire, e di molto, confrontando le registrazioni cartacee con quelle della piattaforma Soresa. Le indagini dei carabinieri mirano ad accertare soprattutto chi, e in che modo, abbia inserito i nominativi nel database. Gli accessi, stando a quanto emerso fino ad ora, sarebbero stati effettuati con le credenziali dell'ospedale Mauro Scarlato di Scafati e con quelle dell'Umberto I di Nocera Inferiore, utilizzate normalmente dal personale sanitario ma che potrebbero essere state usate anche dall'esterno con un accesso abusivo.

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