Green pass falsi ai familiari del boss, condannati la figlia e il genero di Patrizio Bosti

Sono stati condannati Luca Esposito e Maria Bosti, rispettivamente genero e figlia del capoclan Patrizio Bosti dell'Alleanza di Secondigliano, per la vicenda dei green pass falsi che i due avevano intenzione di usare anche per andare a Dubai: al termine del processo con rito abbreviato Esposito ha incassato 5 anni e 6 mesi, Bosti 4 anni e 6 mesi.
Per i due imputati, difesi dagli avvocati Raffaele Chiummariello, Anna Ziccardi e Nicola Pomponio, la Procura aveva chiesto 9 anni di reclusione. Il gup di Napoli Fabrizio Finamore ha emesso la sentenza di condanna per corruzione e falso, ma ha escluso l'aggravante mafiosa che era stata contestata a entrambi.
Pochi giorni fa la Squadra Mobile della Polizia di Stato aveva eseguito delle misure cautelari per l'indagine sui falsi tamponi e green pass che vede coinvolti i familiari del boss Bosti: arresti domiciliari per due medici, obbligo di presentazione per un uomo e sospensione dalla professione per 12 mesi per il titolare di un centro di analisi.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti la famiglia Esposito, tramite l'intermediazione di uno dei medici di base, avrebbe consegnato al titolare del centro di analisi 300 euro per la falsificazione dei referti di alcuni tamponi, che avrebbero dovuto essere usati per andare Dubai; la partenza era stata però bloccata quando, nell'aeroporto di Fiumicino, le due passeggere erano state sottoposte ad un controllo a campione e trovate positive al Covid. La stessa dottoressa risulta coinvolta in un altro episodio: avrebbe fatto da tramite con un altro medico per far ottenere, sempre dietro pagamento, false certificazioni di avvenuta vaccinazione.