Granate da guerra, mitra e fucili da cecchino sotterrati tra le bufale a Castel Volturno
Un fucile da cecchino, tre mitragliatori, due pistole mitragliatrici, un fucile a pompa, persino una granata, oltre ad altri fucili e pistole. Quanto basta per equipaggiare un commando, per fare una strage. L'arsenale era nascosto in un'azienda bufalina di Castel Volturno, coperto da tre metri di terra: i poliziotti lo hanno scovato con il metal detector, per tirarlo fuori hanno usato una pala meccanica. Su chi lo avesse seppellito ci sono indagini in corso, ma l'uso di quelle armi appare scontato: erano pronte per armare una batteria di fuoco della camorra.
Il ritrovamento ieri pomeriggio, 20 aprile, in un terreno di pertinenza di un'azienda di produzione di latte di bufala. Sul posto sono intervenuti i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Caserta, col supporto degli operatori del Posto Fisso Operativo di Casapesenna e del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Napoli. Gli agenti erano arrivati a quell'area durante le indagini, l'avevano individuata come possibile nascondiglio di armi della malavita organizzata. Non conoscevano, però, il punto preciso. E così hanno iniziato a setacciare il terreno, metal detector alla mano. Fino a quanto la strumentazione non ha cominciato a segnalare che, proprio lì sotto, c'era qualcosa di metallo.
Al termine delle operazioni sono stati denunciati tre dei quattro proprietari dell'azienda, che dovranno rispondere di detenzione abusiva di armi da guerra e comuni; non risultano legati alla criminalità ma tra le loro frequentazioni e parentele ci sarebbero personaggi ritenuti vicini alla malavita organizzata del Casertano.
Per arrivare alla profondità a cui erano state sepolte le armi i poliziotti hanno usato una pala meccanica. Hanno scavato fino a tre metri, dove hanno trovato tre bidoni. Dentro c'erano pistole e fucili, tre fucili mitragliatori, tra cui due Kalashnikov, quattro pistole mitragliatrici, tra cui 3 Uzi, un fucile a pompa, una granata di fabbricazione ex Jugoslavia e circa 300 cartucce di vario calibro, silenziatori e caricatori. La bomba è stata fatta brillare sul posto dal personale del Nucleo Artificieri della Questura di Napoli, mentre le armi, in gran parte con matricola abrasa, sono state sequestrate.