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Gli “amici di Arzano” volevano dal bar 2mila euro al mese: 3 arresti nel clan della 167

In manette tre persone ritenute legate al clan della 167 di Arzano (Napoli): sono accusate di avere imposto una tangente da 2mila euro al titolare di un bar.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Avrebbero imposto al titolare di un bar una tangente da 2mila euro al mese, da versare per "gli amici di Arzano": per questo motivo sono finiti in manette, destinatari di una ordinanza di custodia in carcere, due pregiudicati e un incensurato, ritenuti legati al clan della 167 di Arzano, in provincia di Napoli. Destinatari del provvedimento sono Antonio Alterio, 29 anni, Salvatore Lupoli, 29 anni, e Giuseppe Bussola, 22 anni, quest'ultimo incensurato; una quarta persona sarebbe al momento irreperibile.

Il provvedimento, emesso su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguito dalla Polizia di Stato, è arrivato al termine di indagini effettuate dalla Squadra Mobile e dal commissariato di Frattamaggiore (col coordinamento della Dda). Dall'attività investigativa è emerso che i tre, a partire dal 26 marzo 2023, avevano preso di mira un grosso bar di Arzano, presentandosi, in maniera esplicita, come emissari del clan: al titolare avevano detto che avrebbe dovuto versare una tangente agli "amici di Arzano", classica formula per indicare il clan di camorra, e avevano chiesto il pagamento di 2mila euro mensili.

Gli elementi raccolti dagli investigatori hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia in passato inquadrati nelle dinamiche camorristiche dell'area a nord di Napoli. I tre sono ritenuti tutti gravemente indiziati di tentata estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso.

Alterio, fratello di Raffaele detto "lo Sceriffo", era stato vittima di un agguato nel marzo 2022, probabilmente inquadrato nella faida che vedeva contrapposti i Monfregolo e i Cristiano: era stato ferito alle gambe in un circolo ricreativo di via Roma, insieme a un incensurato. Pochi giorni dopo, tramite social, era stato tra quelli che si erano lamentati per l'annullamento della processione della Madonna dell'Arco: ufficialmente saltata per motivi organizzativi, prevedeva il passaggio proprio tra le palazzine della 167.

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