Gli affitti non riscossi al Parco Verde di Caivano mettono nei guai 6 ex funzionari: 1 milione di danno
Il Parco Verde di Caivano è una delle zone della provincia di Napoli ad altissimo tasso criminale. All'interno dei casermoni di edilizia popolare la camorra ha organizzato una rete di spaccio di droga e di illegalità varie scardinata in parte negli ultimi anni, grazie all'incessante lavoro dei carabinieri presenti sul territorio e della Procura.
Ci sono altri aspetti della questione Parco Verde che ora presentano il conto. Ad esempio: perché canoni e indennità di occupazione non sono state riscosse? Perché si è consentita una illegalità nell'illegalità? Una sentenza della Corte dei Conti sezione giurisdizionale regionale per la Campania, giudica responsabili sei ex funzionari e amministratori del Comune di Caivano per un danno da 1 milione di euro.
Erano stati i carabinieri dell'allora tenenza dei carabinieri, oggi elevata a comando compagnia, a segnalare quanto stava accadendo. Le indagini hanno accertato che la mancata riscossione dei pagamenti era avvenuta per gli anni 2004/2009, per 422 unità abitative su 750; nonché, per gli anni 2009/2013, per 34 locali commerciali. Dall'istruttoria è emerso anche come i condannati erano a conoscenza delle criticità legate alla perdurante morosità-occupazione illegittima dei cespiti immobiliari.
Ora la Corte dei Conti partenopea, si è pronunciata calcolando un danno erariale per un milione di euro che i condannati saranno chiamati a corrispondere a favore del Comune di Caivano, oggetto proprio in questi giorni di un nuovo decreto di scioglimento del consiglio comunale.
Fra le persone coinvolte ci sono l'ex sindaco Antonio Falco, primo cittadino dall'aprile 2010 al giugno 2014, l'ex segretario comunale Vittorio Ferrante e l'ex responsabile finanziario Gennaro Sirico, ritenuti colpevoli di condotte omissive così come gli ex responsabili del Servizio Manutenzione del Comune di Caivano Stefano Lizzi, Giovanni Zampella e Raffaele Esposito.
Parole dure, quelle espresse dai giudici contabili secondo i quali l'ex sindaco
non ha mai sollecitato e/o formalmente contestato l'inerzia degli uffici, né invitato il segretario comunale a verificare la eventuale sussistenza dei presupposti per l'attivazione dei procedimenti disciplinari tollerando la negligente inerzia in una vicenda non solo gravemente lesiva delle finanze dell'ente ma anche rilevante sotto il profilo delle ricadute in termini emergenza sociale e di ordine pubblico.