Giusy Barbato, morta di Covid a 37 anni. La mamma: “Non siamo no vax, la nostra era solo paura”
Quando ci accoglie in casa Maria Teresa si scusa, è stanca. Il dolore che sta affrontando è troppo grande. Sua figlia Giusy è morta a soli 37 anni dopo aver contratto il Covid. Alle sue spalle c'è una sua foto, con delle candele accese e l'amarezza di aver visto quegli occhi sui giornali accostati a quello che percepisce come un giudizio: "No vax". «Ma noi non siamo no vax, in casa c'è la bambina di 10 anni che è già vaccinata». Giusy però non lo era, come sua madre. I primi sintomi del Covid, comparsi nel periodo natalizio, non sembravano così gravi. Quello che accade dopo, Maria Teresa lo racconta tra le lacrime di chi ha vissuto un calvario che non può essere dimenticato e che termina in ospedale, dove purtroppo Giusy muore dopo essere stata intubata.
«Mia figlia Giusy era una ragazza molto solare, era una ragazza che amava la vita, amava il mare, amava gli animali. Era generosa e aveva un cuore grande come una casa. Era molto impegnata nella lotta contro la violenza sulle donne, gli animali. Era una ragazza che pensava solo a lavorare. Mia figlia era una persona speciale». È questo che vuole ricostruire Maria Teresa, un'immagine quanto più reale possibile di sua figlia. Chiarendo anche che, la sua, non è una famiglia di "no vax". «Io (non ero vaccinata ndr) perché aspettavo di fare tutte le dovute analisi, gli accertamenti perché sto molto male, abbiamo anche allergie a determinati farmaci, questo ci tengo a dirlo. Noi non ci eravamo vaccinate solo per questo motivo, avevamo il terrore». Maria Teresa, che ora si è negativizzata, racconta che tra quattro mesi, dopo i dovuti accertamenti si vaccinerà, che era qualcosa di già preventivato e non deriva dalla tragica morte della figlia. Giusy, invece, aveva solo tanta paura. Una paura che oggi sua madre tenterebbe in tutti i modi di spegnere, anche probabilmente accompagnandola verso la scelta della vaccinazione. «Oggi come oggi, se potessi tornare indietro è normale, visto che tutti stanno puntando il dito e dicono che mia figlia, una ragazza sana come un pesce, non ce l'ha fatta perché forse se aveva questo vaccino si poteva salvare è normale che dico tenterei il tutto per tutto. Ma io non ho nulla di cui pentirmi, perché non ho fatto del male a nessuno».
Poco dopo la sua morte l'Asl Napoli 2 aveva diffuso una nota in cui manifestava anche il proprio cordoglio alla famiglia e in cui si leggeva: "L’Asl in questa fase della pandemia sta seguendo a domicilio centinaia di pazienti, cercando di garantire a tutti le migliori terapie possibili. Attualmente la migliore terapia contro il Covid19 è la vaccinazione. Per questa ragione tutti i componenti della famiglia di G.B. sono stati più volte invitati a vaccinarsi senza esito".
Tuttavia Maria Teresa spiega che la sua famiglia non ha ricevuto nessun invito. L'Asl Napoli 2, contattata da Fanpage.it ha rimandato al comunicato inviato in precedenza specificando che la famiglia, come tutto il territorio, era stata sollecitata a vaccinarsi attraverso una campagna di comunicazione che coinvolgeva diversi canali come i medici di famiglia, la comunicazione sui social, sui media e tutti gli strumenti messi a disposizione per convincere le persone. Fermo restando che si tratta di una scelta volontaria e che l'Asl non poteva andare oltre nella sollecitazione della vaccinazione delle persone.