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Giuliano Margherita, il bimbo disabile abbandonato dai genitori, grave al Santobono lotta per la vita

Abbandonato dai genitori fin dalla nascita, non vedente, quasi sordo, ha avuto una crisi respiratoria. Il sindaco che l’ha adottato: “Pregate per lui”
A cura di Pierluigi Frattasi
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È ricoverato al Santobono in gravi condizioni Giuliano Margherita, il bambino di 14 anni di Marcianise, abbandonato dai genitori fin dalla nascita, non vedente, quasi sordo e con problemi di respirazione. Il piccolo ha accusato “una grave crisi respiratoria, legata alle sue complicatissime condizioni di salute – spiega Antonello Velardi, sindaco del Comune del Casertano, che è anche tutore di Giuliano – ed è stato sottoposto ad un intervento d'urgenza all'Ospedale Santobono di Napoli, dove è stato trasferito dalla struttura sanitaria che lo ha in cura”. Giuliano Margherita in queste ore sta lottando per la vita. Per questo, il primo cittadino della comunità che l'ha adottato ha invitato tutti a pregare per lui.

Il sindaco Velardi che l'ha adottato: “Pregate per lui”

Il bimbo fu abbandonato poco dopo il parto. Non aveva nome e gli furono dati quelli di Giuliano e Margherita, le prime due persone che lo trovarono in fasce accanto ad un bidone dell'immondizia. Fu adottato per legge dal sindaco di Marcianise che in tutti questi anni l'ha accudito e se n'è preso cura.

“Triste che fuori alla camera operatoria non ci sia nessuno”

“Ho parlato con i medici – spiega Velardi – che non disperano ma non fanno alcuna previsione. Quale tutore, ho dato immediatamente il consenso a tutte le cure necessarie, compresa l'anestesia. Sul posto si stanno recando alcuni volontari di Marcianise, le nostre assessore stanno seguendo gli sviluppi: è molto triste che fuori la camera operatoria non ci sia nessuno mentre il piccolo combatte per la vita”.

“Giuliano è stato preso in carico dalla rianimazione pediatrica: sono molto grato ai medici e ai chirurghi del Santobono che lo stanno seguendo. Gentilissimi, disponibili, umani. E sono molto grato ai sanitari e ai responsabili della struttura dove è ospitato che ci hanno subito avvertito del precipitare della situazione: hanno avuto grande premura in tutto. Chi può e vuole, faccia una preghiera”.

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