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L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

Giovanni Battista Cutolo ucciso a Napoli, il suo maestro in lacrime: “Faceva il cameriere per amore della musica”

Il maestro del giovane ucciso lo ricorda in lacrime: “Giovanni rifiutava di andare via perché amava la città. Ora voglio chiudere l’orchestra”
Intervista a Gaetano Russo
fondatore e direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti
A cura di Pierluigi Frattasi
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«Giovanni era un grande talento della musica. Riservato e gioioso, sempre col sorriso quando suonava. Amava la musica classica e il suo sogno era lavorare in un'orchestra stabile. Studiava al Conservatorio e lavorava come cameriere al pub per mantenersi. Ma non potrà più esaudire il suo desiderio. Lui non poteva vivere nella città in cui voleva vivere. Per me l'unico pensiero ora è chiudere tutto, che senso ha continuare a illudere i giovani bravi? Se ci fosse stata un'orchestra stabile a Napoli in questi anni, Giovanni stanotte non sarebbe stato lì».

È in lacrime Gaetano Russo, fondatore e direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti e maestro di Giovanbattista Cutolo, il giovane di 24 anni ucciso stanotte in piazza Municipio con un colpo di pistola. Le prime indagini parlano di una aggressione mortale di un sedicenne per un motorino parcheggiato male.

Giovanbattista, figlio d'arte – il padre Franco Cutolo è registra teatrale – e con una grande passione per la musica classica, studiava al Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli, suonava il corno e il pianoforte, e stava per laurearsi. Viveva nel centro di Napoli, per mantenersi agli studi lavorava come cameriere nei pub. E anche ieri, prima di essere ucciso, avrebbe lavorato in un locale. Per il suo omicidio la Squadra Mobile ha portato in Questura un 16enne. Il delitto sarebbe avvenuto davanti agli occhi della fidanzata.

Il maestro Russo ha la voce rotta dalla commozione quando parla a Fanpage.it: «La musica per Giovanbattista era la vita. Ha cominciato a 14 anni con l'Orchestra Scarlatti Junior. In pochi anni è cresciuto tanto tecnicamente con noi. A 18 anni ha cominciato a partecipare alle attività professionale della Nuova Scarlatti. Pianista oltre che cornista, musicista eccelso. Ha avuto tante richieste da altre orchestre, non solo campane. Alcune rifiutate perché non voleva andare via da Napoli».

Direttore, lei ha conosciuto bene Giovanbattista, è stato il suo maestro.

Un musicista di grande talento, amante del repertorio classico, il suo sogno era suonare tutte le sinfonie del repertorio classico dei grandi maestri, Beethoven, Mozart, Haydn, in un'orchestra stabile. Un sogno purtroppo oggi negato a molti, visto che la musica classica non ha la considerazione che ne aveva lui. Era prossimo alla Laurea. Studiava in Conservatorio a San Pietro a Majella. Stanotte prima di morire aveva lavorato in un pub, perché per sostenersi aveva bisogno di lavorare come cameriere.

Che ricordo conserva di lui?

Conosco bene Giovanni, la sua sensibilità, la sua levatura morale e culturale. Era al di sopra di tanti che ricoprono anche con età avanzata ruoli istituzionali. Era un ragazzo riservato, ma gioioso. Quando suonava sorrideva sempre, come nell'ultima esecuzione del Coriolano dove i corni esprimono la potenza del suono di un'orchestra. Prima e dopo l'esecuzione lui sorrideva, perché quello che veniva fuori era stupendo. Mi piacerebbe suonare ancora questo brano in suo onore. Giovanni rispettava tutte le regole, lo studio. Le uniche volte che non riusciva ad arrivare in orario alle prove era perché doveva lavorare nel pub come cameriere, come tanti altri giovani musicisti. Anche un altro nostro bravissimo cornista adesso ha smesso di suonare e ora lavora come cameriere.

Come ha appreso la notizia della sua morte?

Per me questa morte è il segno chiaro che noi abbiamo fallito. La situazione generale l'ha portato alla morte. Lui non poteva vivere nella città in cui voleva vivere. Noi non siamo un'orchestra stabile. Finora le istituzioni non lo hanno ritenuto opportuno. Non hanno fatto nulla perché ciò avvenisse nonostante le nostre richieste da 30 anni. Se noi fossimo stati un'orchestra stabile, Giovanni non sarebbe morto. Ora centinaia di giovani musicisti stanno piangendo in tutt'Italia, unendosi al dolore del padre e della madre, con cui ci siamo sentiti.

Quando avete suonato l'ultima volta insieme?

L'ultimo concerto è stato i il 5 agosto scorso. Gli ho chiesto se voleva essere accompagnato a casa, perché quando finiamo la sera tardi di solito riaccompagniamo i nostri musicisti. Ma lui mi ha detto che voleva andare a piedi. Il prossimo concerto dovrebbe essere il 10 settembre, ma non so come e se riusciremo a farlo senza di lui. Per noi l'unico pensiero ora è chiudere tutto. La presenza di questa orchestra non è giustificata. La musica porta avanti valori che sono negati negli ultimi tempi, soprattutto a Napoli.

Vuole chiudere la Nuova Orchestra Scarlatti?

Perché continuare a illudere. Cosa si fa qui per i giovani? Si parla tanto di loro. Si spendono tanti soldi, ma per altro. Altrimenti bisognerebbe dare ai giovani bravi quello che in altre città viene dato, cioè il lavoro stabile in un'orchestra. Cosa che a Napoli non esiste. Se ci fosse stato un'orchestra a Napoli in questi anni, Giovanni stanotte non sarebbe stato lì e sarebbe ancora vivo.

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In un messaggio il Maestro Gaetano Russo, fondatore e direttore artistico della Nuova Orchestra Scarlatti, della Comunità delle Orchestre Scarlatti, cui apparteneva Giovanbattista Cutolo, scrive:

“Caro Giovanbattista, tu sei rimasto vittima proprio di quella violenza senza nome che noi della Comunità Scarlatti abbiamo cercato di combattere ogni giorno con la Musica, le armi della Bellezza da condividere con tutti.
Una pallottola ha trafitto in un attimo tutti i sogni e progetti di anni, tuoi e nostri: se questi progetti si fossero realizzati, siamo certi che tu saresti ancora qui.
Tu eri e resterai con noi, a condividere per sempre la Bellezza contro la violenza che ci circonda e che ti ha portato via.
Non sappiamo se troveremo la forza di continuare.
Da soli, sicuramente, è impossibile.”

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