Gianluca Coppola ucciso a Casoria, condanna confermata: 19 anni di carcere ma manca il movente
La Cassazione ha confermato la condanna a 19 anni di reclusione per Antonio Felli, il 33enne accusato dell'omicidio di Gianluca Coppola, il 27enne ferito gravemente l'8 aprile 2021 a Casoria, in provincia di Napoli, e deceduto il 18 maggio successivo in ospedale. Felli era stato condannato in primo grado a 20 anni di carcere, in appello la pena era stata ridotta a 19 anni.
Coppola venne ferito nei pressi di casa sua, mentre era insieme al padre. Le indagini si concentrarono su Felli, ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia vicino a contesti camorristici, e in particolare legato al gruppo guidato da Renato Tortora, scissionista dell'articolazione del clan Moccia su Casoria che fa capo a Pietro Iodice, alias "Pierino ‘a Siberia"; il giovane si era consegnato alle forze dell'ordine il 30 aprile e aveva confessato.
L'omicidio, però, non sarebbe maturato in contesti di camorra, di cui Coppola non faceva parte. Tra le ipotesi degli inquirenti, quella secondo cui Felli avrebbe ucciso Coppola per gelosia, per contrasti nati dalla relazione che la vittima aveva con una ragazza che era stata precedentemente legata con lui. Il movente, però, non è stato accertato nei tre gradi di giudizio.
Precisa l'avvocato Dario Carmine Procentese, legale di Antonio Felli:
La peculiarità dell’intera vicenda processuale risiede nella circostanza che nonostante tre gradi di giudizio, il movente dell’omicidio non è stato mai chiarito. La presunta gelosia vantata dal Felli nei confronti del Coppola era una sola delle ipotesi vagliate dagli inquirenti nel corso delle indagini preliminari, ma detto spunto investigativo non ha mai trovato riscontro. Ad amor del vero, sono state molteplici le ipotesi scandagliate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, finanche connesse al mondo degli stupefacenti, ma nessuna di queste è stata adeguatamente riscontrata.