video suggerito
video suggerito
Opinioni
Covid 19

Gestione Covid in Campania, perché è giusto chiederne conto oggi a Vincenzo De Luca

Vincenzo De Luca, a capo della Regione Campania, col Coronavirus si è trovato a gestire una situazione straordinaria e inedita ma allo stesso tempo: fiumi di denaro pubblico per l’acquisto di mascherine e ventilatori polmonari, per la realizzazione degli ospedali Covid (su cui pende ora una indagine giudiziaria) e per l’attivazione di un piano di sostegno socio-economico. È giusto che la collettività, a partire dai giornali per finire con la Procura, accenda i riflettori e nel caso chieda conto di come sono state gestite queste risorse così ingenti.
3.301 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Con l'emergenza Coronavirus la Campania, così come le altre regioni d'Italia, si è trovata a gestire un fiume di danaro pubblico utilizzato per misure anti-pandemia. Nella nostra regione questi soldi sono serviti soprattutto per tre cose: mascherine e ventilatori polmonari, ospedali Covid, piano socio-economico. All'inizio il problema fu l'acquisto dei dispositivi di protezione individuale (mascherine, camici, guanti, visiere) per il personale medico e paramedico, per tante categorie a rischio e per i ‘semplici' cittadini (ricordate, le mascherine della Regione commissionate in fretta, pagate centinaia di migliaia d'euro, arrivate via posta a casa e praticamente inutili?).

Poi i ventilatori per le terapie intensive, la battaglia con la Protezione civile nazionale, le polemiche a mezzo social e così via. E ancora: la decisione di realizzare ospedali Covid in tutte le province, vale a dire moduli prefabbricati piazzati davanti agli ospedali veri con l'obiettivo di gestire una eventuale ondata di ricoveri. Infine: il piano socio economico, i mille euro ai professionisti, i duemila euro alle piccole imprese, migliaia e migliaia di micro pagamenti a chiunque facesse richiesta adducendo motivi di crisi economica causata dal lockdown per Covid-19.

Di tutto questo chi è il dominus, da chi parte l'impulso politico-amministrativo, chi ha il potere di firma e di veto (prescindendo dalle responsabilità dei dirigenti amministrativi cui sono delegati i processi ultimi)? Il nome è uno solo: Vincenzo De Luca, il re di denari della Campania. Si badi bene, la definizione non è necessariamente offensiva o allusiva: decideranno gli elettori e la storia se De Luca ha fatto bene ad usare quei soldi per determinate cose piuttosto che per altre, valuterà la magistratura se i processi amministrativi siano stati in qualche modo compromessi in determinate fasi, il riferimento è agli appalti per la realizzazione dei Covid Center. Ma De Luca non è  Fidel Castro, il motto «la historia me absolvera» per lui non può e non deve funzionare.

Il solipsismo del personaggio è ben chiaro a tutti ed è ben chiara la sua allergia a spiegare ai comuni mortali le ragioni del suo agire. Egli ha poteri e li usa e vuole al massimo comunicare ogni venerdì, senza contraddittorio, cosa ha fatto e cosa ha detto. Eh no, non funziona così: qualcuno in Campania dovrà pure avere il coraggio di dirlo.

C'è un elemento non prescindibile, non negoziabile, non contrattabile: il diritto-dovere dei giornali e dei giornalisti di indagare, di scavare e di chiedere conto a De Luca e ai suoi di quanto fatto in questi mesi incredibili che vanno dall'inizio della pandemia da Covid-19 allo stato di allarme generalizzato  in cui ci troviamo ora.

Vincenzo De Luca è in testa ai sondaggi per le imminenti Elezioni Regionali di settembre, Vincenzo De Luca oggi va oltre il profilo di burocrate e politico: è imitato dai comici, è citato nei discorsi altrui, è oggetto di conversazioni online e offline, è al centro attenzioni mediatiche degne di un personaggio televisivo e fa pesare questa sua notorietà in maniera fortissima contro chiunque tenti di intaccare questo scudo di consenso consolidato nel vuoto della politica regionale durante i primi mesi di allarme Covid. Ma soprattutto Vincenzo De Luca negli ultimi mesi ha amministrato e gestito un fiume di denaro pubblico.

Oggi, giustamente e legittimamente ci si chiede a cosa siano serviti quei denari, se siano stati usati proficuamente e correttamente. Non è giornalismo né giustizia a orologeria come qualche sincero democratico senza ritegno tenta di affermare rispolverando il meglio del vocabolario di Arcore:  è successo qui e ora ed è qui e ora che si cercano risposte, non fra cent'anni.

Video thumbnail
3.301 CONDIVISIONI
Immagine
Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. È autore del libro "Se potessi, ti regalerei Napoli" (Rizzoli). Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
32834 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views