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Covid 19

Gerardo Torre: di cosa è accusato davanti all’Ordine dei Medici il dottore di Pagani che cura i malati Covid

Perché il medico Gerardo Torre di Pagani è diventato un simbolo nella lotta al Covid e perché questo simbolo è difeso soprattutto da coloro che non vedono di buon occhio il vaccino.
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Gerardo Torre, classe 1955, è un medico abilitato alla professione operativo a Pagani, provincia di Salerno. Laureato in Medicina a Roma con abilitazione in Medicina e Chirurgia ottenuta all'università "D'Annunzio" di Chieti, Torre è attualmente sotto procedura disciplinare davanti all'Ordine dei Medici di Salerno ed è diventato un caso mediatico. Il suo ordine professionale fra le altre cose dovrà verificare se il professionista campano abbia o no rispettato le disposizioni previste dal Protocollo nazionale in merito alla cura del Covid-19.

A schierarsi contro questa procedura disciplinare c'è una nutrita schiera di pazienti, veri e propri fedelissimi di Torre, a cominciare dal sindaco del suo comune, Pagani fino ad alcuni personaggi noti per le loro posizioni di aperta contestazione delle politiche vaccinali o al limite del negazionismo.

La popolarità del "dottor Gerardo" non è roba di oggi. Già, perché la storia del "medico di strada" non è nata con la pandemia. Dagli anni Novanta, con la Ami, Associazione medici itineranti, Torre organizzava un «servizio di medicina itinerante volontario». Nel 2001 al Senato fu il parlamentare Carmine Cozzolino a raccontare l'attività di Torre proponendo una legge per l' «Istituzione del Servizio di assistenza medica itinerante»:

Questo valoroso professionista, […] ha organizzato a sue spese e senza scopo di lucro un servizio di medicina itinerante volontario su tutto il territorio della provincia di Salerno, adattando a posto di primo intervento una roulotte modificata con la quale si porta nelle aree mercatali e fornita di tutte le attrezzature tecniche e farmacologiche necessarie, ed assiste, sottolineo gratuitamente, quanti hanno bisogno di un primo intervento medico-chirurgico.
Sappiamo tutti che questo primo intervento è molto spesso quello che impedisce che un semplice malore possa assumere la gravità di una tragedia.

L'accusa ai medici di base e alle Usca

Torre non è mai stato tenero con i suoi colleghi medici di base e le Usca, interpretando peraltro un sentimento diffuso: spesso i medici assegnati alle famiglie sono introvabili ed è difficile se non impossibile contattarli telefonicamente (molti usano Whatsapp). Non solo: pochissimi ormai fanno il giro di visite mediche a domicilio.

Di vero c'è anche che la medicina di base nelle regioni è stata messa in ginocchio: spesso i professionisti sono tutti massimalisti, ovvero hanno raggiunto il numero massimo consentito di assistiti e non riescono a gestire le richieste incessanti di una popolazione sempre più anziana e acciaccata. Con la pandemia il bubbone è esploso: problemi noti e cronici si sono fatti soltanto più evidenti. E su quest'argomento il medico paganese ha spesso messo il dito nella piaga:

Ritorniamo a fare i medici. Se ci fosse stata più medicina territoriale questa pandemia sarebbe stata vissuta diversamente ed invece si è pensato che la soluzione fossero gli ospedali. Durante questi ultimi due anni  ho prestato cure domiciliari a circa 3mila persone lasciate sole per via del Covid.

Il protocollo Covid diverso dalla "vigile attesa"

Con l'avvento del Covid-19 Torre ha fatto il cosiddetto "salto di qualità":  la fama del medico chirurgo nel periodo delle ondate di contagi pre-vaccino oscillava fra quella del luminare della scienza e il re taumaturgo. Motivo? L'applicazione di un protocollo diverso dalle linee guida per le cure domiciliari ai pazienti sintomatici Covid-19 stabilite dal ministero della Salute italiano. Torre non ha mai creduto nella metodica della «vigile attesa» (di recente clamorosamente bocciata dal Tar), sostenendo che occorresse intervenire coi farmaci molto anticipatamente.

Lello De Prisco, sindaco di Pagani, oggi apertamente schierato col medico sotto accusa, racconta in tal senso la sua esperienza. Positivo al tampone Covid, asintomatico, chiede aiuto al dottor Gerardo, suo vicino di casa che lo cura «con sedici flebo»:

Ero completamente asintomatico, non avevo perso né gusto né olfatto, vigeva la vigile attesa e la tachipirina. Approfittai dell'amicizia del mio vicino di casa, il dottor Gerardo Torre, che mi visitò le spalle e mi diagnosticò una polmonite che ho curato con 16 flebo, la saturazione era iniziata a scendere in modo preoccupante.

Dopo essere guarito, mi sono state riscontrate le classiche cicatrici al polmone. Aggiungo che sono state a centinaia le richieste da parte dei nostri concittadini di soccorso domiciliare, per cui spesso ho approfittato della sua amicizia per soccorrerli. Se oggi posso scrivere, lo devo anche a lui. Grazie a tutti i medici che prestano cure domiciliari.

Le posizioni contro i criteri vaccinali

Scorrendo i tanti interventi video di Torre pubblicati sui social si evince anche che il professionista non è solo "allergico" al rispetto dei protocolli ma apertamente contrario alle metodiche vaccinali disposte dall'Italia e non solo dall'Italia: le donne incinte non vanno vaccinate, non vanno vaccinati i bambini da 0 a 12 anni né va secondo lui vaccinato chi ha già avuto il Covid.

Anche se oggi l'Ordine dei Medici della provincia di Salerno guidato da Giovanni D'Angelo non commenta la posizione del dottor Torre «per rispetto delle procedure in atto» è chiaro che su questo verte l' "accusa". Del resto è lo stesso medico paganese a spiegare i motivi alla base del procedimento disciplinare (che non è una condanna, ovviamente):

Si dice che non ho seguito i protocolli terapeutici, che non avrei rispettato le disposizioni previste dal Protocollo Nazionale in materia di cura della patologia Covid-19, che ho parlato contro la categoria, asserendo che i medici di base non fanno i medici, e che sono contro il vaccino, cosa peraltro non vera in quanto sostengo, semplicemente, che si dovrebbe vaccinare contro il Covid solo chi realmente ne ha bisogno e non chi, ad esempio, è guarito e nell'immediato ha gli anticorpi alti. Io ho solo seguito la mia coscienza di medico e di uomo.

Chi difende Torre: "Come San Giuseppe Moscati"

Ora però la questione è su un piano inclinato ed è scivolata da vicenda medico-scientifica a questione politica nella quale sguazzano anche coloro che hanno posizioni oltranziste e strizzano l'occhio alle proteste no-vax.  A fine mese, quando Gerardo Torre sarà sentito dal consiglio di disciplina dell’Ordine, la Fisi (sindacato degli operatori sanitari, gli stessi dei cortei no greenpass) e l'associazione Libera scelta Campania saranno in piazza per una manifestazione a suo sostegno. Ha annunciato un intervento a Pagani anche il parlamentare e giornalista Gianluigi Paragone, ex direttore della Padania, eletto col Movimento Cinque Stelle poi fuoriuscito dal gruppo grillino.

Gran parte di Pagani è schierata apertamente in favore del "suo" dottore che avrebbe «curato tremila persone» col Covid. Il popoloso centro dell'agro salernitano è pieno di manifesti che chiedono ai cittadini di manifestare a suo sostegno il 28 gennaio. Torre è paragonato ad un santo: «È come San Giuseppe Moscati – è scritto negli avvisi alla cittadinanza – ha salvato vite umane e mantenuto fede al giuramento di Ippocrate. È un esempio per tutti i medici del nostro territorio».

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