Ragazzo ucciso a Napoli, Geolier cita Pino Daniele: “Terra mia, il tuo popolo ti umilia a colpi di pistola”
Emanuele Palumbo, meglio conosciuto come Geolier, uno dei cantanti rap più amati d'Italia, è un ragazzo napoletano nato nel 2000 e cresciuto in periferia, al Rione Gescal, all'ombra dei più noti quartieri di Secondigliano e Scampia. Nelle sue canzoni Geolier ha spesso parlato dei ragazzi come lui, cresciuti in rioni-dormitorio che poco o nulla offrono di pulito a ragazze e ragazzi. Nel corso degli anni, parallelamente con la sua crescita professionale e dopo testi e video contestati per la presenza e il riferimento ad armi, il rapper napoletano ha aumentato anche il suo impegno sociale con messaggi contro la criminalità. Ha iniziato dopo la morte di "GiòGiò", Giovanbattista Cutolo e di recente ha commentato anche la morte del giovane Emanuele Tufano, ammazzato al rione Mercato.
Oggi Geolier usa le parole di un caposaldo della cultura napoletana moderna, uno dei cantautori le cui parole narrano la Napoli di ieri, quella di oggi e evidentemente ben rappresenteranno anche quella di domani. Si tratta di Pino Daniele. Per esprimere il suo malcontento, il suo dolore verso la morte dell'ennesimo ragazzino, Arcangelo Correra, 18 anni compiuti da poco, ammazzato in via Tribunali con una pallottola conficcata in testa, Geolier cita una delle canzoni più belle e amare del primo "Pinotto", ovvero "Terra mia".
Sul suo account Instagram Geolier scrive: «Terra mia il tuo "popolo" ti sta umiliando a colpi di pistola. Ancora un'altra vittima… ancora un'altra volta, BASTA», accompagnando la frase da con una immagine del Vesuvio e del Golfo, immortalato dalla zona di Santa Lucia. E da una strofa finale di "Terra mia", quella che lascia il campo alla speranza:
Nun è overo, nun è sempe ‘o stesso
Tutt'e juorne po' cagnà
Ogge è deritto, dimane è stuorto
E chesta vita se ne va
‘E vecchie vanno dint'a chiesa
Cu' a curona pe' prià
E ‘a paura ‘e ‘sta morte
Ca nun ce vo' lassà
Tra i commenti al post del giovane rapper partenopeo quello di uno dei figli di Pino (sono cinque), Sara Daniele che lavora nel settore della produzione musicale.
La storia della canzone "Terra mia" di Pino Daniele
"Terra mia" è il brano che fornisce il titolo all'album d'esordio di un 22enne Pino Daniele, nell'anno 1977. Cultura napoletana e blues, chitarra con melodia e grande rabbia per una condizione, quella della Napoli di fine anni Settanta, che avrebbe attraversato profonde lacerazioni sociali e culturali. È l'album che contiene l'iconica "Napule è".
Scriveva lo stesso Pino Daniele per presentare l'album: «Rappresenta la nascita di una nuova canzone napoletana, ed anche la denuncia sociale di una generazione che non accettava compromessi e che nella musica riusciva ad esprimere i propri malesseri. "Terra mia" fu scritta sul divano di casa mia a Santa Maria La Nova 32, le mie ambizioni erano quelle di scrivere canzoni come Luigi Tenco e suonare con i grandi chitarristi, a metà tra futuro e tradizioni».