Galleria Vittoria sequestrata: tempi lunghi per riaprire. Dossier su “lavori errati e manutenzioni”
Tempi lunghi per la riapertura della Galleria Vittoria, dopo il sequestro preventivo disposto ieri dalla Procura della Repubblica di Napoli per il rischio crollo. Le verifiche strutturali dei tecnici impiegheranno almeno altri 5-6 giorni. Dopodiché bisognerà fare il bando per i lavori. I periti tecnici, infatti, nel corso di un sopralluogo che si è tenuto ieri mattina, hanno riscontrato il pericolo di ulteriori cedimenti lungo il tunnel e bisognerà aspettare adesso il deposito della relazione tecnica e il report della Polizia Giudiziaria, prima di poter stimare il tipo di intervento necessario per le messa in sicurezza e poi per il ripristino. Insomma, potrebbero trascorrere anche diversi mesi prima della riapertura, anche se tutti i soggetti interessati sono intenzionati ad accelerare i tempi, nel rispetto ovviamente della sicurezza, affinché si possa restituire alla città l'importante arteria di viabilità.
La vicenda è all'attenzione del Municipio, dove è affidata alla task force di tecnici guidata dall'ingegner Eduardo Fusco, responsabile dei grandi assi viari cittadini. Ma la situazione di degrado della Galleria – denunciata più volte dai comitati come Cittadinanza Attiva in Difesa di Napoli, che nel 2015 raccolsero anche 2.600 firme per la messa a norma dell'infrastruttura – è tale da richiedere interventi urgenti e complessi. Il Comune nel 2018 ha bandito una gara per il progetto esecutivo per la ristrutturazione della Galleria Vittoria da 1,6 milioni di euro. L'associazione civica ha poi acceso i riflettori anche sulle carenze dell'impianto antincendio, anche questo da mettere a norma. Dalla relazione tecnica depositata dalla Rpt con lo Studio Battista Associati, dell'architetto Giancarlo Battista, capogruppo mandataria, si evince un diffuso stato di degrado di molte aree della struttura.
Il sindaco: “Chiedo pazienza ai napoletani”
Intanto, la città oggi è in ginocchio per il piano traffico provvisorio disposto dal Comune. A Causa della chiusura della Galleria sono stati deviati anche i percorsi di diversi pullman Anm. A peggiorare le cose, oltre al maltempo, anche la sospensione della circolazione della Linea 1 stamattina, sulla tratta Dante-Garibaldi, e il blocco della Funicolare di Chiaia. Il sindaco Luigi De Magistris ha lanciato un appello a tutti i napoletani: “Ieri è stata una giornata davvero dura e difficile per la città di Napoli – spiega l'ex pm – perché per tutta la giornata abbiamo dovuto affrontare,con la Giunta e con tutti i settori amministrativi, sia l'allerta meteo che, purtroppo, la chiusura imprevista della Galleria Vittoria che ha imposto un dispositivo di mobilità assolutamente eccezionale,come emergenza di Protezione Civile. Sento il dovere di ringraziare tutti quelli che in pochissime ore hanno consentito di fare delle modifiche di viabilità straordinarie ed eccezionali con concretezza, tempestività, bravura ed abnegazione in diversi punti della città. Ringrazio in particolare ASIA, la polizia municipale, la protezione civile e Napoli Servizi per quanto hanno fatto e l'Esercito che ci ha dato un grandissimo supporto, indispensabile per farci trovare pronti stamattina alle 6. Saranno giornate di sacrificio però le affronteremo con la collaborazione e la pazienza dei napoletani nel modo migliore possibile”.
Galleria Vittoria, il dossier: “Infiltrazioni, lavori sbagliati e manutenzione mai fatta”
Nel corso degli anni la Galleria Vittoria ha subito molti interventi di manutenzione e adeguamento, agli impianti di illuminazione e aerazione, nonché sulla carreggiata, dopo il cedimento di alcuni pezzi di cornicione nel 2015. Il Comune aveva quindi fatto realizzare delle impalcature per la messa in sicurezza, in attesa dei lavori di ristrutturazione. Ma resta la necessità di una ristrutturazione radicale, visto lo stato di degrado che ancora permane. Il progetto esecutivo per la ristrutturazione delle facciate e delle balaustre è stato ultimato il 31 dicembre scorso. Un lavoro delicato, considerato che sulla Galleria Vittoria insiste un doppio vincolo Paesaggistico e Archeologico e che la struttura si trova in zona a rischio frana.
La fotografia che emerge dallo studio tecnico è impietosa. Le cause principali del degrado della Galleria Vittoria sono tre. La prima è di matrice ambientale, legata “all’esposizione alla forte azione meccanico-corrosiva dovuta all’interazione del vento e dei sali marini, data la vicinanza al mare, e all’azione meccanica di acqua meteorica”. Le altre due sono invece addebitabili all'uomo: in via diretta, per “l'assenza di manutenzione ordinaria e atti di vandalismo”, in via indiretta “dovuta all’aggressiva esposizione al traffico veicolare urbano, che provoca l’emissione di gas, e particellato atmosferico di vario genere”. “La criticità più rilevante per la messa in sicurezza delle facciate – spiega lo studio – è rappresentata dalla balaustra dei giardini di via Cesario Console, dove si è verificata la perdita di efficacia degli incastri dei singoli balaustrini rispetto al sistema della balaustra”.
"Sui Giardini della Litoranea restauro sbagliato col G7 del 1994”
Nel mirino dei tecnici ci finiscono soprattutto i “Giardini della Litoranea”, la passeggiata alberata verso il mare che da piazza del Plebiscito, in corrispondenza dello spigolo di Palazzo Reale, costeggia via Cesario Console scendendo verso via Nazario Sauro e via Acton. “La pavimentazione, invece, con i relativi sottoservizi, è stata oggetto di un intervento di completo rifacimento eseguito nel 1994 in occasione del G7 tenuto a Napoli. Il rifacimento della pavimentazione – spiega lo studio – ed evidentemente degli strati sottostanti, ha determinato una sensibile modifica delle originarie pendenze. In alcuni tratti è stato completamente occultato il basamento in travertino della balaustra”. Si tratta di uno scalino posto alla base dei balaustrini che in alcuni tratti è stato livellato con la pavimentazione. Così, senza più dislivello, l'acqua piovana si riversa direttamente sul muro intonacato di via Acton sottostante, dove ci sono i locali ipogei, deteriorandolo. Tra gli altri problemi, le radici dei pini hanno alzato i marciapiedi, caditoie otturate e infiltrazioni che colpiscono soprattutto gli ipogei sottostanti. Senza trascurare l'impatto della modifica del corso della falda dell'“acqua delle mummarelle”, ovvero l’acqua del Chiatamone, avvenuta oltre un secolo fa con la colmata di Santa Lucia.