
«Funicolare senza corrente!» è l'insulto massimo nella scarpettiana "Miseria e Nobiltà". Ovvero qualcosa che non è dotata dei mezzi o dell'unico elemento per esser utile. Funicolare senza corrente era però a fine Ottocento; noi siamo nel 2021 e potremmo esclamare: «Galleria senza rame!» Oppure «luminaria senza cavi!».
Sono le cronache di una città imprevedibile, ingovernabile, arrepezzata, arrangiata ci restituiscono due storie che a raccontarle non ci si crede. Un anno di lavori in Galleria Vittoria a Napoli, fondamentale tunnel di collegamento fra l'area portuale e Chiaia, proteste, traffico, ritardi e alla fine perché non riapre a lavori conclusi? Una manella ha rubato un chilometro e mezzo di cavi di rame dei condotti di aerazione. Ma mica parliamo di un chilo di rame. Parliamo di roba che va sottratta con mezzi elevatori e camion. E com'è stato possibile?
Altra vicenda che finisce a pieno titolo nell'aneddotica 2021 è quella delle Luminarie di Natale al Vomero. Installate praticamente quando eravamo a maniche corte, ora saranno rimosse. Motivo? In via Luca Giordano e via Scarlatti, solo ora il Comune si ricorda di dover potare gli alberi. A dicembre. Sotto Natale. Quando piove e les feuilles mortes sono appunto morte e hanno già appilato i tombini e le caditoie stradali.
Il rame – ambitissimo dai ladri di metalli nobili, come sanno bene gli agenti della Polizia Ferroviaria – non era sorvegliato. Gli alberi del Vomero non erano stati potati per tempo in una città in cui abbiamo avuto drammatiche morti per caduta di tronchi fradici o colpiti da pioggia torrenziale. È una città in cui, oggi, è impossibile pianificare qualsiasi cosa perché sono troppe le variabili, ancor di più le dimenticanze. Imprevedibile per un amministratore pubblico, invivibile per un cittadino.
