Gaetano, il 21enne che ha perso le gambe dopo una sparatoria: “Abbandonato dai miei amici”
Abbandonato da tutti, anche da quelli che credeva fossero i suoi migliori amici. Aggrappato al sogno di poter ricominciare a camminare, usando delle protesi. Per la prima volta Gaetano Barbuto Ferraiuolo, il ragazzo di 21 anni di Sant'Antimo (Napoli) che ha perso le gambe dopo una lite nel traffico, ha parlato delle sue condizioni e dell'indagine in corso per identificare chi, quella notte di settembre, gli ha esploso contro sette colpi di pistola rendendo necessaria l'amputazione. Lo ha fatto al programma radiofonico La Radiazza. "Nessuno si è fatto avanti – ha detto – i miei amici mi hanno abbandonato. Nonostante i tre presunti aggressori, da me identificati, siano stati scagionati e liberati, io ho molta fiducia nella giustizia e nei magistrati. La verità verrà a galla. Per fortuna ho avuto il sostegno della mia famiglia. Gli ospedali campani mi hanno salvato".
Ferito dopo una lite, 21enne perde le gambe
Il ragazzo era stato gravemente ferito la sera del 20 settembre scorso sul Corso Europa, a Sant'Antimo. Mentre era in macchina con un amico era stato affiancato da un'altra automobile con a bordo alcuni giovani. Lo avevano picchiato e gli avevano sparato contro 7 colpi di pistola, sei dei quali andati a segno. Le ferite avevano causato una gravissima infezione, per salvargli la vita i medici avevano dovuto amputargli le gambe. L'amico che era con lui aveva raccontato che si era trattato dell'epilogo di una lite per viabilità, di una discussione nata da una precedenza mancata. Il 9 ottobre i militari avevano fermato tre ragazzi, gravemente indiziati di tentato omicidio e porto illegale di arma comune da sparo: Antonio Sgamato, 26 anni, e Antimo Belardo, 28 anni, entrambi di Sant'Antimo, e Raffaele Chiacchio, 19 anni, di Grumo Nevano.
Scarcerati i tre presunti aggressori di Gaetano
Secondo quanto ricostruito dai militari si era trattato di una ritorsione: quell'aggressione era una punizione perché Gaetano aveva chiesto a uno dei fermati di non importunare più la sua fidanzata. La spedizione punitiva sarebbe stata organizzata subito e messa a segno poco dopo. Dopo una decina di giorni l'accusa di tentato omicidio era stata modificata in lesioni gravi: alla base della decisione, il fatto che durante l'aggressione Gaetano fosse inerme e che, se avessero realmente voluto ucciderlo, non avrebbero mirato alle gambe. Il 1 novembre, però, il Tribunale del Riesame ha rimesso in libertà i tre giovani, annullando il decreto di fermo. Le motivazioni non sono state ancora rese pubbliche, ma dalla difesa presentata dall'avvocato sarebbe emerso che i tre avrebbero avuto un alibi per quella sera e che i loro nomi siano stati "suggeriti" a Gaetano dai parenti in ospedale, durante conversazioni intercettate in ambientale.