Furti in casa in penisola sorrentina, caccia alla banda che non ruba le perle
Hanno portato via tutti gli oggetti di valore, muovendosi con automobili con targhe rubate ed entrando nelle abitazioni anche quando i proprietari erano presenti, ma, almeno in un caso, non hanno toccato una collana di perle. Circostanza sicuramente curiosa, che potrebbe però costituire un indizio: la banda di ladri che si è resa responsabile di diversi furti in penisola sorrentina potrebbe essere costituita da soggetti di etnia rom. Una ipotesi, per il momento, ma basata su un particolare che gli investigatori hanno imparato a conoscere: nella loro cultura vengono associate alla lacrime e, quindi, rubarle significherebbe attirare la sfortuna.
I furti sono stati perpetrati in abitazioni dell'area collinare della penisola sorrentina, in particolare tra Vico Equense e Massa Lubrense; i casi segnalati, e che presentano diverse analogie, sono stati quattro o cinque nel giro di un mese e mezzo, ma potrebbero essercene altri non denunciati o non ancora attribuibili alla stessa banda. Perché, stando a quanto emerso dalle indagini, affidate ai carabinieri, è molto probabile che dietro ci siano le stesse persone. Verosimile anche che possano contare su un "basista" in zona, qualcuno che viva nei paraggi e che segnali le case più isolate o dove è possibile trovare oggetti di valore: tra le vittime c'è anche una famiglia che si trovava lì per vacanza e la penisola sorrentina non è tra le mete più "gettonate" dai ladri perché esiste un'unica strada di accesso e, di conseguenza, una maggiore probabilità di incappare nei controlli delle forze dell'ordine.
Il modus operandi è sempre lo stesso: i ladri si muovono utilizzando veicoli con targhe rubate e non si fanno scrupolo di entrare nelle case anche quando ci sono persone all'interno. Se vengono scoperti, scappano. E sono veloci: in un caso il proprietario li ha sorpresi mentre rovistavano in una stanza e sono saltati dalla finestra del primo piano per poi dileguarsi nella vegetazione.