Furti di rame, mezzi pubblici e cimiteri nel mirino: quanto vale l’oro rosso rubato

Quattro euro al chilo se si tratta di rame puro, appena un euro e mezzo se è invece "sporco", ovvero contaminato da altri materiali. Sembrano pochi spiccioli, ma è proprio su questi che si basa un intero settore criminale, che prende di mira le aziende, i mezzi pubblici e persino i cimiteri e le case. La chiave è la quantità e soprattutto la continuità: chili su chili, quintali di rame che "spariscono" e vengono facilmente rivenduti ad attori della filiera, in molti casi anche consapevoli della provenienza illecita.
Un esempio, il furto di cavi che ha bloccato la metropolitana della Linea 1 di Napoli. L'Anm non ha comunicato quanto rame è stato rubato, limitandosi a parlare di "ingente quantità", ma le conseguenze sono state enormi: metrò a mezzo servizio, con circolazione limitata solo nella tratta tra piazza Garibaldi e Colli Aminei, bus sostitutivi per tentare di sopperire al disagio e traffico automobilistico in tilt a Scampia.
I furti di rame nei cimiteri e nelle aziende
E non si tratta certo di un episodio isolato. Un paio di anno fa, giusto per citare uno dei casi più clamorosi, quello della Galleria Vittoria: dopo un anno di lavori di ristrutturazione la riapertura era slittata perché erano stati rubati oltre un chilometro di cavi di rame dall'impianto di aereazione.
I furti ai danni di mezzi pubblici sono quelli che fanno più scalpore, viste le conseguenze sulla cittadinanza come metropolitane e treni bloccate o linee elettriche che saltano, ma si tratta soltanto di un aspetto di questo "business". Gli obiettivi maggiormente presi di mira, infatti, sono le aziende che trattano metalli e i cantieri, dove è possibile trovare bobine di rame puro, ma non vengono risparmiate nemmeno le abitazioni private, col furto di grondaie, e persino i cimiteri.
Quanto vale il rame rubato
I furti di cavi sono quelli che, in proporzione, al ladro rendono di meno. Devono, infatti, essere ripuliti. Va eliminata eliminata tutta la plastica che avvolge il rame e il metallo così ricavato viene comunque considerato "sporco", quindi con un prezzo di mercato (nero) che si aggira sull'1,50 euro al chilo. La soluzione più immediata è quella del fuoco. Da qui i roghi tossici, spesso appiccati nei pressi dei campi rom.
Discorso diverso per le bobine e che può essere esteso anche alle grondaie e ai portafiori dei cimiteri, anche questi considerati puri in quanto essenzialmente composti di rame senza grossi contaminazioni: la refurtiva può essere rivenduta al prezzo maggiore, intorno ai 4 euro al chilo.