Fuorigrotta contesa fra 3 clan e un gruppo di baby criminali. Ancora grave il 20enne ferito all’addome
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Restano ancora molto gravi le condizioni di Luca Colimoro, il 20enne ferito con un colpo di pistola all'addome nella serata di ieri, 13 febbraio; il giovane è stato operato d'urgenza, è attualmente ricoverato in prognosi riservata in Rianimazione. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile; dinamica e movente ancora da delineare, ma il contesto sembra chiaro: è la nuova faida di camorra che si è accesa nell'area Ovest di Napoli, dove vecchi clan, forti di nuove alleanze e spalleggiati da gruppi criminali emergenti, starebbero tentando l'assalto per controllare Fuorigrotta e Bagnoli, spodestando definitivamente il clan Esposito, ormai decimato dagli arresti e i cui vertici sono tutti detenuti e con la prospettiva di lunghe detenzioni. A spartirsi la torta, insomma, non ci sono solo i clan flegrei, ma anche la malavita organizzata di Pianura. E, alle spalle, la perenne contrapposizione tra Alleanza di Secondigliano e cartello dei Mazzarella.
L'agguato a Fuorigrotta, ventenne colpito all'addome
Il giovane è stato ferito in via Cumana, è riuscito ad allontanarsi e ha cercato riparo in un edificio di via della Ginestra. I killer hanno esploso un solo colpo e non lo hanno inseguito: è possibile che l'intenzione fosse di mettere in atto una gambizzazione, non di uccidere. La pallottola, però, non ha raggiunto le gambe ma il basso ventre; Colimoro è stato portato all'ospedale San Paolo, dove è arrivato in condizioni gravi.
L'agguato è avvenuto nei pressi della zona considerata sotto l'influenza criminale del clan Troncone. Il giovane, però, almeno qualche anno fa, era ritenuto vicino al clan Esposito di Bagnoli. Risulta coinvolto nell'inchiesta, sfociata in ordinanza nel marzo 2024, sulle consegne di telefoni in carcere a Christian Esposito, figlio del capoclan Massimiliano Esposito "lo Scognato", organizzazione di cui avrebbe fatto parte anche la moglie del boss, Maria Matilde Nappi. I fatti contestati risalivano al 2021, quando Colimoro era ancora minorenne. Successivamente il ragazzo si sarebbe avvicinato alla famiglia Maiorino di Bagnoli, legata da vincoli di parentela coi Troncone.
La faida tra clan a Fuorigrotta e Bagnoli
Nell'ottobre scorso, dopo un mese di latitanza, è tornato in carcere Massimiliano Esposito; la Polizia lo ha scovato a Qualiano, per bloccarlo le pattuglie hanno circondato l'hotel in cui si era rifugiando, precludendo ogni via di fuga alla potente automobile con cui si spostava, una Audi R8 capace di raggiungere i 330 chilometri all'ora. Era sfuggito al blitz che, nel precedente settembre, aveva decimato il clan: misura cautelare per 13 persone, tra cui il compagno della figlia; tra i destinatari, già detenuti, anche i due figli, Junior e Christian, e la moglie.
L'arresto di Esposito aveva portato a un nuovo vuoto di potere in un territorio dove traffico di stupefacenti e soprattutto le estorsioni rappresentano una miniera d'oro. In questo contesto sarebbe partito stato l'assalto degli altri gruppi criminali: avrebbe tentato di farsi spazio un manipolo di giovanissimi, legato alla famiglia Maiorino e quindi ai Troncone, clan che si sarebbe assicurato l'appoggio dei Carillo-Perfetto di Pianura, rivali dei Marsicano-Esposito (questi ultimi in passato alleati agli Esposito).
E ci sarebbe la mina vagante della famiglia Scodellaro, in passato legata agli Esposito e da tempo in contrasto coi Troncone. L'incognita sarebbe in una possibile "risposta" degli Esposito: il clan di Bagnoli è legato da sempre al potentissimo clan Licciardi, ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano, di conseguenza contrapposto al cartello dei Mazzarella, nella cui orbita rientrano, invece, i Troncone.