Funerali di Samuele, centinaia per l’addio al bimbo. Tensioni all’esterno della chiesa
Centinaia di persone, un intero quartiere in pratica, ha partecipato ai funerali del piccolo Samuele, il bambino di tre anni morto dopo essere precipitato dal balcone di casa lo scorso venerdì, 17 settembre. Le esequie si sono tenute questa mattina nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci in via Veterinaria, traversa di quella stessa via Foria teatro della tragedia: la messa di suffragio è stata celebrata dall'arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia. La chiesa, così come il suo esterno – nel rispetto delle norme anti-Covid – era gremita di persone: i presenti hanno indossato magliette bianche, così come bianchi erano i palloncini che i commercianti di via Foria hanno esposto all'esterno dei propri esercizi in segno di cordoglio.
Tensioni con un poliziotto scambiato per un giornalista
Il momento di dolore e commozione è stato però turbato da alcune tensioni che si sono verificate all'esterno della chiesa con un poliziotto della scientifica, che si trovava senza segni di riconoscimento e stava effettuando delle registrazioni per le indagini. L'uomo è stato scambiato per un giornalista e aggredito: ieri la la famiglia aveva espressamente richiesto di non produrre foto e video delle esequie. Sul posto è intervenuta la Squadra Mobile per riportare la calma: il poliziotto non ha riportato ferite gravi.
In carcere il presunto assassino di Samuele
Intanto resta in carcere Mariano Cannio, il 38enne arrestato con l'accusa di aver ucciso il piccolo Samuele. Individuato già nella serata di venerdì, il 38enne è stato fermato sabato dalla Squadra Mobile. Il 38enne, che soffrirebbe di problemi mentali, si trovava nella casa di via Foria in quanto collaboratore domestico. Interrogato, in un primo momento ha fortemente negato di aver gettato Samuele dal balcone; poi, durante l'udienza di convalida del fermo, ha dichiarato di tenere in braccio il bimbo, di aver accusato un capogiro e di averlo accidentalmente fatto cadere. Gli inquirenti però non credono al racconto di Cannio e credono che abbia ucciso il bambino volontariamente.