Franco Di Mare raccontato dal fratello Gino: “In questa Rai di oggi non sarebbe rimasto”

A due mesi dalla scomparsa, Gino di Mare ricorda il fratello Franco, in un racconto dolce e inedito del noto giornalista e scrittore napoletano.
A cura di Luca Leva
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Gino e Franco Di Mare / Foto per gentile concessione di Gino Di Mare
Gino e Franco Di Mare / Foto per gentile concessione di Gino Di Mare

Prima l'apertura di un pub nel suo quartiere, a Napoli, poi il primo articolo scritto per l'Unità. Inizia così l'affettuoso, riconoscente e dolce ritratto di Franco di Mare nei ricordi che il fratello, Gino, anch'egli giornalista, ha scelto di condividere con Fanpage a due mesi dalla scomparsa dell'inviato di guerra, scrittore e dirigente Rai, morto il 17 maggio 2024 a 68 anni a seguito di un mesotelioma, il tumore che si prende respirando le particelle di amianto.

«Il suo pub si chiamava  Guest House, era a Fuorigrotta, il quartiere nel quale siamo nati, ed esiste ancora – racconta Gino riavvolgendo il nastro dei ricordi, belli seppur dolorosi vista la recente perdita -. Insomma, arrostiva hamburger  e faceva panini mio fratello! Ciò, nonostante avesse studiato molto, ed il suo è stato il primo pub a portare in città birre europee. Era il 1975». Di lì a poco il primo articolo per l’Unità, nella mitica sede napoletana di via Cervantes 55, fucina di talenti giornalistici. Quel pezzo, di fatto, segnò l'inizio della sua carriera da giornalista. «Brillantissima in pochissimo tempo – racconta Gino – fu una sua amica a proporgli di scrivere quell’articolo e da lì è iniziato tutto. Nostro padre era uno storico lettore di Paese Sera e comprava l’Unità solo quando scriveva Franco».

Un Franco Di Mare giovane, intraprendente e con le idee molto chiare, che si dava molto da fare, che a 15 anni già diceva di voler fare il giornalista e che  come molti napoletani aveva con la città un rapporto di amore e odio. Lo descrive così il fratello: «Nessuno poteva parlare male di Napoli, solo lui poteva farlo. E alla fine ha scelto di riposare a Napoli, le sue ceneri sono qua e ha voluto che fossero disperse a Posillipo, nel mare in cui ha imparato a nuotare, con l’aiuto di nostro nonno».

Franco Di Mare
Franco Di Mare

Franco di Mare, professionista già di grande esperienza visto il suo lavoro da inviato sul fronte diventa noto al grande pubblico grazie alla conduzione di "Uno Mattina", su Rai Uno. E  Gino spiega: «Ma non era quella la sua specificità. Ad un certo punto si era stancato, non ce la faceva più a fare l’inviato di guerra, ha sentito l’esigenza di rallentare». Di Mare diventa vicedirettore di Rai 1 nel 2019, poi dal 14 gennaio 2020 direttore generale dei programmi del giorno della Rai e, infine, viene nominato direttore di Rai 3 nel maggio 2020.

Gino, giornalista specializzato in uffici stampa nel settore sanità, ricorda a Fanpage la telefonata col fratello subito dopo la nomina a direttore Rai. Gli raccomandò in maniera perentoria di non contattare mai, mai nessuno della trasmissione di Rai3 che si occupava e si occupa di sanità e salute, "Elisir". Motivo? Evitare anche solo il sospetto di possibili conflitti d'interesse. «Ecco chi era Franco», chiosa il fratello.

«Io non so quanto gli abbiano messo i bastoni tra le ruote – sottolinea il fratello – e non so quante trappole abbia avuto nell'ultimo anno come direttore di Rai Tre, ma credo che gli ultimi anni li abbia vissuti con grande difficoltà. Infatti quando Franco è andato in pensione era un uomo sereno, libero, veramente era arrivato al punto di non farcela più. Anche perché questa qua non era più la Rai di quarant'anni fa. Oggi Franco in questa Rai qui non ci sarebbe stato, non ci avrebbe messo la faccia».

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Il 17 luglio, a due mesi dalla scomparsa del giornalista napoletano, i lavori del Consiglio comunale si sono aperti con la commemorazione del sindaco Gaetano Manfredi. Una commemorazione chiesta dal Partito Democratico nella quale il sindaco ha parlato di un «concittadino e amico di Napoli che ha dato molto alla città, che nel suo impegno professionale e civile ha sempre rivendicato i valori che la città gli ha trasmesso, valori messi sempre in pratica nella sua professione» . Manfredi ha ricordato la sua amicizia con il giornalista , e ha citato la sua dignità e il suo coraggio nell’affrontare la malattia, la sua capacità di condividere con gli italiani questo dolore, un esempio importante di passione civile. Il Consiglio comunale, ha concluso Manfredi, «troverà sicuramente un modo permanente per ricordare Franco Di Mare in città, affinché la sua storia sia da esempio alle future generazioni».

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