Francesco Pio Valda a colloquio con il garante: “Sono innocente non ho visto nessuno a terra”
"Mia madre incinta ha rischiato di perdermi, subiva anche violenza da parte di papà. Andando bene il parto ha voluto mettermi il nome di Padre Pio da Pietralcina". Due pacchetti di sigarette e una domanda: "Lei chi è?". Eccolo Francesco Pio Valda, il 20enne accusato della morte di Francesco Pio Maimone.
Il giovane, che si trova in isolamento nel carcere di Secondigliano, non sa chi ha di fronte quando arriva al colloquio con il garante dei detenuti. "Fuma moltissimo, sta da solo", spiega Samuele Ciambriello a Fanpage.it. "Deve metabolizzare ancora meglio quello che gli è accaduto e quello di cui è accusato. Lui, spiega Ciambriello, si dichiara innocente". Il garante era a Secondigliano per la rituale visita ai detenuti della struttura. Una struttura detentiva che da pochi giorni vede al suo interno anche Valda, accusato della morte di Checco Maimone.
Valda, che è difeso dall'avvocato Antonio Iavarone e che si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l'udienza di convalida del suo fermo, si racconta lungamente al Garante. "Non è una confessione di verità", spiega Ciambriello. "Un'infanzia ricostruita da lui, attraverso anche qualche comunità per minori, poi messo alla prova. Mi ha raccontato del prete della parrocchia. Un padre ucciso. Una vita difficile non è né una colpa né un alibi. Una persona che oltre a essere un adolescente a metà, l'ho trovato con la morte nel cuore. C'è un senso di vuoto che mi colpisce in questi adolescenti". Ciambriello prosegue nel suo racconto: "Ha detto si chiama come me (Francesco Pio ndr), ma in quel momento non ho avvertito niente, non ho visto nessuno a terra".
Valda, spiega Ciambriello, si è poi soffermato nel suo racconto sulla pistola che secondo gli inquirenti avrebbe utilizzato: "Lui sostiene di aver utilizzato una pistola giocattolo. E che c'è stata una risposta a questa pistola giocattolo con altri colpi di arma da fuoco, da altri contendenti. E che questo ragazzo (Francesco Pio Maimone ndr) successivamente non l'ha visto morto, c'è stato un fuggi fuggi generale". Valda avrebbe poi aggiunto: "Ho raccontato tutto filo e per segno, anche dove ho gettato la pistola giocattolo, in caserma".
Un racconto che non troverebbe tuttavia riscontri, dato che, quella pistola, non è ancora stata ritrovata. Così come n0n sono state ritrovate le scarpe da mille euro di Valda, che qualcuno avrebbe pestato, mentre era con amici davanti agli chalet. Proprio da quelle scarpe, secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti, sarebbe partito il litigio per futili motivi, che avrebbe poi condotto alla morte di Francesco Pio Maimone, che non conosceva i protagonisti della lite, non aveva partecipato alla discussione.
Per il Gip Maria Luisa Miranda che ha convalidato il fermo del giovane "non vi è dubbio alcuno che autore della condotta, che causava la morte del giovane Maimone Francesco Pio, sia stato l'odierno indagato". Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi quindi. A premere il grilletto, secondo quanto ricostruito dalle indagini fino a questo momento, sarebbe stato Valda. L'accusa per lui è di omicidio volontario aggravato.