Frana a Ischia, qual è la situazione di oggi a Casamicciola dopo la tragedia
Qual è la situazione a Casamicciola, isola di Ischia (Napoli) dopo la devastante frana del 26 novembre 2022 di via Celario che ha causato 12 morti, 4 feriti e centinaia di sfollati? Oggi alla Camera dei Deputati audizione della commissione Ambiente in cui si è fatto il punto sullo stato attuale e sul da farsi con sindaci e commissario all'emergenza, nell'ambito del disegno di legge di conversione del decreto 186/2022 dove sono contenuti gli interventi urgenti in favore della popolazione di Ischia.
I primi numeri sono questi: sono 360 le persone ospitate in albergo in questo momento. Gli altri hanno trovato una sistemazione autonoma e lo dichiara la commissaria prefettizia di Casamicciola Simonetta Calcaterra. Secondo una prima stima ci sono circa 80mila metri cubi di fanghi e altro materiale da rimuovere. rende noto il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola.
Resta lo stato d'allerta idrogeologico connesso alle condizioni meteo. Oggi causa condizioni atmosferiche avverse nuova chiusura della statale 270, principale arteria stradale ischitana il cui blocco spezza in due l'isola costringendo ad un estenuante giro i veicoli passando per i comuni collinari.
In commissione il commissario straordinario per la Protezione civile Giovanni Legnini ha parlato della rimozione di fanghi e detriti ma anche della vicenda dei collegamenti, quindi della strada chiusa.
È una operazione difficile e complicata, il primo step è individuare siti di stoccaggio provvisorio, dopodiché si cercherà di "privilegiare il riuso virtuoso di questi materiali. Ma il mio primo pensiero va ai familiari delle vittime. È di loro che dobbiamo tener conto, e delle persone che stanno soffrendo nell'approcciarci a questo provvedimento. Esistono una serie di interventi non rinviabili, come il ripristino della strada statale che finche sarà chiusa taglierà l'isola a metà
Bonavitacola ha chiarito che non ci sono «elementi contaminanti». Cosa significa? Che quella terra potrebbe essere riutilizzata a fini di ripascimento o in opere infrastrutturali di carattere marittimo.
Poi c'è il tema delle delocalizzazioni: ricostruire lì dove tutto è crollato non si può. Spiega Legnini che forse in questo caso è giusto dare soldi per favorire uno svuotamento delle aree della zona a rischio:
In seguito al terremoto del centro Italia io mi sono opposto alla monetizzazione delle delocalizzazioni perché in quel caso avrebbe comportato lo spopolamento di interi pezzi di territorio. A Ischia la situazione è diversa, si deve alleggerire il carico urbanistico e dare la possibilità di acquistare un immobile altrove è importante.
Io introdurrei questa possibilità innanzitutto in via facoltativa. Sull'individuazione dei criteri, è chiaro che non metto bocca perché è un discorso molto politico.