Figlio di imprenditore sequestrato e massacrato dal clan Contini: irreperibile il boss Rullo, altri 5 fermi
Altre cinque persone, tre donne e due uomini, sono state sottoposte a fermo per il pestaggio del figlio di un imprenditore napoletano, sequestrato, massacrato e poi abbandonato agonizzante davanti ad un Pronto Soccorso per un debito ingente, di circa 300mila euro. Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, di sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali, con l'aggravante del metodo mafioso: alcuni di loro sono affiliati al clan Contini, ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano, e secondo gli investigatori dietro la spedizione ci sarebbe il boss Nicola Rullo, attualmente irreperibile. L'ordinanza di custodia cautelare per i 5, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, è stata eseguita dalla Polizia di Stato nella mattinata di oggi, 4 novembre.
Il massacro del figlio dell'imprenditore per un debito
La misura fa seguito ad un precedente provvedimento cautelare, già eseguito nei giorni immediatamente successivi al sequestro nei confronti di altri cinque indagati. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli, sono partite dalla denuncia che un imprenditore napoletano aveva sporto alla fine di settembre: suo figlio, aveva raccontato, il 28 settembre era stato rapito da alcune persone nei confronti delle quali aveva un grosso debito. L'uomo aveva detto che il figlio era stato portato in un'abitazione di Poggioreale ed era stato picchiato violentemente, anche con spranghe di ferro e mazze di legno. Successivamente anche lui sarebbe stato portato nella stessa abitazione e sarebbe stato pestato davanti al ragazzo agonizzante; lo avrebbero quindi minacciato di gravi ripercussioni se non avesse consegnato il denaro nel giro di poche ore.
Trovato l'appartamento del massacro
Gli agenti, anche grazie alle registrazioni di alcune telecamere di sorveglianza, avevano individuato l'appartamento dove erano stati portati padre e figlio e avevano fatto irruzione; all'interno la Polizia Scientifica aveva rinvenuto tracce e segni riconducibili al massacro. Le successive indagini avevano permesso di ricostruire quello che era accaduto dopo: il giovane era stato portato in un'altra struttura a Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove era stato segregato per alcune ore; era stato quindi riportato a Napoli e scaricato di peso davanti al Pronto Soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli; lì i medici gli avevano prestato le prime cure e lo avevano giudicato guaribile in trenta giorni.
Tra gli indagati i vertici del clan Contini
La Polizia di Stato, grazie agli elementi raccolti, ha ricostruito il ruolo di tutti i destinatari del provvedimento, da chi aveva materialmente picchiato la vittima a chi aveva invece fatto da vedetta all'esterno delle abitazioni; tra gli indagati figurano anche esponenti di spicco del clan Contini. Coinvolto, secondo gli investigatori, anche il boss Nicola Rullo, arrestato dai carabinieri a Valencia, in Spagna, nel dicembre 2023 e scarcerato la scorsa estate grazie a un ricalcolo per buona condotta della pena definitiva da scontare; l'uomo, ritenuto a capo di un gruppo legato al clan Contini, è attualmente ricercato.