Liliana De Curtis, la figlia di Totò, uno dei più grandi attori comici dei nostri tempi, morta a 89 anni, sarà ricordata dai napoletani ovviamente non solo per aver mantenuto viva, forte, solida, l'eredità del padre – già da un decennio almeno affidata alla nipote, Elena Anticoli – ma anche perché è morta senza aver visto la realizzazione di uno dei suoi più grandi desideri: un museo dedicato ad Antonio De Curtis, in arte Totò, al Rione Sanità.
È da trent'anni che se ne parla, si sarebbe dovuto realizzare al Palazzo dello Spagnuolo in via Vergini, proprio nei luoghi di Totò.
Sono passati sindaci di Napoli, presidenti di Regione, una decina di governi nazionali, ma del museo non v'è traccia. Totò, i suoi fracchettini, le bombette, i suoi mille travestimenti, la sua incredibile storia da scugnizzo del rione Sanità a principe della Risata, l'amicizia con Eduardo De Filippo e Pierpaolo Pasolini, le sue storie d'amore incredibili e drammatiche, le sue poesie e le sue canzoni (ricordiamo due su tutte "‘A Livella" e "Malafemmena") non hanno un luogo fisico in cui essere raccontate.
Ci dispiace che Liliana abbia lasciato questo mondo senza vedere questo tributo al padre.
Ci dispiace anche da napoletani non avere un luogo in cui ricordare questo straordinario artista.