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Femminicidio a Battipaglia, il marito assassino poco prima aveva chiamato i carabinieri: “C’è una lite in famiglia”

Prima di uccidere la moglie, Maria Rosa Troisi, Marco Aiello aveva chiamato il 112 dicendo di temere di venire aggredito durante un litigio in casa.
A cura di Nico Falco
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Una sola coltellata al lato del collo, con la lama che probabilmente ha colpito la giugulare, uccidendola in pochi istanti. Sarebbe morta così Maria Rosa Troisi, 37 anni, uccisa ieri dal marito, il 38enne Marco Aiello, nella loro casa di Battipaglia, in provincia di Salerno. L'omicidio sarebbe avvenuto durante una lite ma le circostanze sono ancora tutte da chiarire, a partire da una telefonata arrivata ai carabinieri intorno alle 12.30: a chiamare era stato l'uomo, che avrebbe chiesto l'intervento perché, avrebbe detto, c'era una lite in corso e temeva di venire aggredito.

La chiamata al 112: "Mia moglie mi vuole aggredire"

La richiesta di soccorso potrebbe essere uno dei punti chiave per le indagini: si dovrà stabilire se l'omicidio era già avvenuto o se realmente i due coniugi stavano litigando. Di certo c'è che, quando i carabinieri hanno raggiunto l'abitazione, la 37enne era già deceduta: il corpo era a terra in cucina, con una coltellata alla lato della gola. L'arma del delitto sarebbe stata un coltello, preso dalla cucina, che è stato rinvenuto e sequestrato. L'uomo è stato portato in caserma ed è stato interrogato per tutta la giornata dal sostituto procuratore Lucia Vivaldi, in serata è stato stato trasferito nel carcere di Fuorni.

In stato di choc, Aiello non sarebbe stato in grado di ricostruire quanto accaduto e nemmeno i motivi della discussione. L'udienza di convalida dell'arresto si terrà nei prossimi giorni. La salma di Maria Rosa Troisi è stata sottoposta a sequestro, in vista dell'autopsia. Da successivi accertamenti è emerso che quella di ieri era stata la prima e unica richiesta di intervento alle forze dell'ordine da parte della famiglia.

L'omicidio mentre i figli erano dai nonni

Pare invece chiarito l'aspetto che riguarda la presenza dei figli al momento dell'omicidio: i due, un bambino di 8 anni e la sorellina di 10, non erano in casa. Ieri era stata ventilata l'ipotesi che il padre li avesse fatti uscire dall'abitazione prima del litigio, per evitare che assistessero, ma è poi emerso che i ragazzini erano già da diverse ore in casa dei nonni, genitori di Aiello, che vivono in una villetta che si trova a pochi metri di distanza dall'abitazione di via Flavio Gioia dove la famiglia si era trasferita da qualche anno.

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