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Favori a detenuto, Emanuela Belcuore patteggia la pena: 1 anno e 10 mesi all’ex garante di Caserta

La ex garante dei detenuti di Caserta condannata per favori a un detenuto; avrebbe avuto in cambio denaro e un paio di scarpe costose.
A cura di Nico Falco
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Emanuela Belcuore
Emanuela Belcuore

Emanuela Belcuore, ex garante dei detenuti della provincia di Caserta, ha patteggiato la pena: la condanna, disposta dal gup Daniela Vecchiarelli, è di un anno e dieci mesi di reclusione (con pena sospesa), e al pagamento di duemila euro per risarcimento danni. La sentenza è stata emessa lo scorso 1 dicembre. La donna era finita sotto inchiesta per corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio, il caso era esploso nel luglio 2023; in particolare le veniva contestato di avere concesso dei favori a un detenuto nel periodo in cui ricopriva il ruolo di garante.

La vicenda aveva avuto una grossa eco mediatica anche alla luce del precedente, risalente a pochi mesi prima, che aveva riguardato Pietro Ioia, garante dei detenuti di Napoli, arrestato con l'accusa di avere portato nel carcere di Poggioreale droga e cellulari sfruttando il suo ruolo; per lui la Procura ha chiesto 8 anni e 8 mesi di reclusione.

Secondo i pm della Procura di Santa Maria Capua Vetere la Belcuore avrebbe intrattenuto con l'uomo delle conversazioni tramite un telefono che lui deteneva illecitamente, e lo avrebbe avvisato delle perquisizioni in cella in modo da consentirgli di nascondere il cellulare; la ex garante si sarebbe inoltre prodigata per fargli avere una relazione di servizio positiva. Per questi favori, ritengono gli inquirenti, la Belcuore avrebbe ricevuto somme di denaro e anche un paio di scarpe costose, presenti nel negozio della sorella del detenuto.

Secondo l'accusa avrebbe avuto in cambio somme di denaro e anche un paio di scarpe costose, da parte della sorella del detenuto che è proprietaria di un negozio. Pochi giorni dopo la perquisizione domiciliare la Belcuore, a cui erano stati anche sequestrati telefono cellulare e dispositivi elettronici, aveva rassegnato le dimissioni.

L'avvocato di Emanuela Belcuore: "Scelta fatta per voltare pagina"

L'avvocato di Emanuela Belcuore, Claudio Sgambato, è intervenuto sulla vicenda con una nota in cui sottolinea che l'accordo con la Procura risale alla scorsa estate e che la sentenza è stata emessa il 1dicembre 2023. L'avvocato, ricordando che il patteggiamento "non implica, per legge o costante giurisprudenza alcun accertamento o assunzione di responsabilità penale", ha aggiunto:

La dottoressa Belcuore ha accettato a malincuore di accedere all'istituto dell'applicazione della pena su richiesta delle parti, anche consigliato dallo scrivente difensore, per meri motivi di opportunità e di strategia difensiva, al solo scopo di consentirle di voltare pagina e di poter continuare la sua attività professionale, senza la minaccia incombente di un lungo, pesante e costoso percorso processuale, che avrebbe portato ad un investimento di energie psicologiche ed economiche sproporzionate all'entità dei fatti realmente accaduti, fatti per i quali la medesima Procura mai ha avanzato richieste di misure cautelari.

Si è pervenuti a tale soluzione dopo un lungo interrogatorio con la Procura di Santa Maria Capua Vetere, rappresentata dal sostituto Fiore, il quale ha colto e compreso pienamente la reale portata dei fatti; nel corso dell'interrogatorio la dottoressa Belcuore, pur ammettendo di aver commesso probabilmente degli errori e prestato il fianco a contestazioni, ha respinto gran parte degli addebiti mossi nell'originario decreto di perquisizione, specie con riferimento ad utilità che avrebbe ricevuto per la sua attività istituzionale.

La Belcuore si è sempre battuta per i diritti dei detenuti e, come è noto, è stata sempre in prima linea nel denunciare gli abusi contro i detenuti ed il fenomeno della droga in carcere. Mai si è permessa di influenzare illegittimamente le Autorità preposte al controllo dei detenuti e, men che meno, la Magistratura di Sorveglianza, essendosi solo fatta veicolo di legittime istanze dei detenuti medesimi. Per tali motivi, appena saputo di essere indagata, si è immediatamente dimessa per non creare danni all'Istituzione da Lei presentata ed ai detenuti della Provincia di Caserta.

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