Falsi tamponi per andare a Dubai, sconto di pena per figlia e genero del boss Bosti
È stata confermata anche in secondo grado l'assoluzione dall'aggravante camorristica per Maria Bosti e il marito Luca Esposito, rispettivamente figlia e genero del boss Patrizio Bosti, reggente del clan Contini e personaggio di spicco della federazione di clan nota come "Alleanza di Secondigliano": i due erano a processo per la vicenda dei falsi certificati per i tamponi Covid ottenuti per avere il via libera per un viaggio a Dubai, dove avrebbero dovuto partecipare ad una festa; la prima sezione della Corte di Appello di Napoli ha ridotto la pena per Esposito (difeso dagli avvocati Nicola Pomponio ed Anna Ziccardi) a 3 anni e 2 mesi, e a Maria Bosti (difesa dall'avvocato Raffaele Chiummariello) a 3 anni.
Secondo la tesi accusatoria la coppia si era procurata i falsi certificati corrompendo due medici e il proprietario di un centro di analisi della provincia di Napoli. I due erano stati bloccati dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato il 17 gennaio 2022 nell'aeroporto di Fiumicino, dove si trovavano con alcuni familiari ed erano pronti a salire su un volo per gli Emirati Arabi. Il gruppo era però incappato nei controlli a campione che all'epoca venivano effettuati tra i passeggeri ed era emersa la positività della Bosti e della figlia.
Per marito e moglie era scattato il fermo e le indagini sui certificati avevano svelato che non erano stati contraffatti, erano stati realmente emessi da un centro analizzato; secondo le risultanze, però, era falso il contenuto: a sottoporsi al test non erano state le due donne, che sarebbero risultate positive, ma l'altro figlio della coppia, che era invece negativo. A marzo erano scattati gli arresti domiciliari per i due medici e il divieto di svolgere la professione per 12 mesi per il proprietario del centro di analisi.