Falsi documenti di lavoro venduti per ottenere il permesso di soggiorno: inchiesta a Eboli (Salerno)
Vendevano falsa documentazione per ottenere il permesso di soggiorno in Italia: ad Eboli, in provincia di Salerno, i carabinieri hanno eseguito questa mattina una raffica di misure cautelari nei confronti di un gruppo criminale, nel quale sarebbero coinvolti anche datori di lavoro ed impiegati presso centri per l'impiego compiacenti. Secondo le indagini degli inquirenti, veniva predisposta e presentata la falsa documentazione, richiesta dal Decreto Flussi ed Emersione dal Lavoro Irregolare, per ottenere l'ottenimento del titolo di soggiorno in Italia, a fronte dell'esborso di somme di denaro. In totale, al termine dell'operazione di questa mattina due persone sono state portate in carcere (un salernitano di 49 anni ed un bengalese di 40), undici agli arresti domiciliari e per altre tre è scattato l'obbligo di dimora. Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, quelle per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di immigrazione e falsi nonché di devastazione, incendio nonché di ulteriori reati in danno di compagnie assicurative.
Il sistema emerso dalle indagini
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sistema avrebbe provveduto a fornire, grazie a datori di lavoro e centri di assistenza per l'impiego compiacenti, documenti falsi utili ad aggirare il Decreto Flussi ed Emersione dal Lavoro Irregolare, permettendo così l'ingresso e la permanenza illegale nel territorio italiano di diversi cittadini extracomunitari. Nel dettaglio, sarebbero state rilevate almeno 240 pratiche relative al flusso stagionale 2020, di cui 44 per l'emersione dal lavoro 2020 nonché una per ricongiungimento familiare. Tutte finalizzate, ipotizzano gli inquirenti, per il rilascio del relativo permesso di soggiorno, rilasciato in 9 casi. La "pratica" veniva a costare 3mila euro, di cui 1.300 richiesti al datore di lavoro, nonché altri 1.500 euro pro capite relativa ai flussi stagionali. Due degli indagati avrebbero anche incendiato, il 23 marzo 2020, un'abitazione a Postiglione ed assicurata per 1,4 milioni di euro per percepire il risarcimento del danno dall'assicurazione.
Le misure cautelari di questa mattina
E così questa mattina, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, il giudice per le indagini preliminari ha emesso un'ordinanza di misure cautelari nei confronti degli indagati: sedici in tutto, tra carcere (due persone), domiciliari (undici persone) e obbligo di dimora (tre persone). Per gli indagati, le accuse sono a vario titolo di delitti in materia di immigrazione e falsi nonché di devastazione, incendio nonché di ulteriori reati in danno di compagnie assicurative.