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False pizze gourmet, la rabbia di Vesi: “Smascherateli tutti. Ma tutelate chi lavora onestamente”

Esplode lo scandalo delle false pizze gourmet. Giuseppe Vesi, uno dei nomi più noti del settore in Italia: “Fare chiarezza, ma dire anche i nomi di chi sbaglia e non accomunare tutta la categoria”
Intervista a Giuseppe Vesi
Maestro Pizzaiolo e presidente dell'Associazione Maestri Pizzaioli Gourmet.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Giuseppe Vesi, presidente dell’associazione Maestri Pizzaioli Gourmet.
Giuseppe Vesi, presidente dell’associazione Maestri Pizzaioli Gourmet.
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La recente inchiesta dei carabinieri sui locali che servivano falsi prodotti "gourmet" (ovvero con materie prime o prodotti particolarmente raffinati e costosi) ha causato un piccolo terremoto in un settore della ristorazione particolarmente importante: i militari hanno scoperto, in varie regioni, pizzerie che utilizzavano prodotti di scarsa qualità o addirittura scaduti e tra le regioni interessate c'è anche la Campania e Napoli, patria mondiale della pizza.

I primi effetti non sono tardati ad arrivare, con clienti che hanno iniziato a guardare con sospetto il mondo della pizza gourmet. «Un guaio, perché questa storia penalizza tutti, anche noi lavoratori onesti» commenta amareggiato a Fanpage.it Giuseppe Vesi, titolare di pizzerie molto note a Napoli nonché presidente dell'Associazione Maestri Pizzaioli Gourmet. «Pochi casi isolati non possono e non devono far venir meno la fiducia tra ristoratori e clienti».

E ora cosa succede?  Come avete reagito alla notizia?

Eh…. si tratta di un forte danno d'immagine per tutti. Le forze dell'ordine fanno bene a smascherare queste frodi. Ma mi lasci dire una cosa…

Prego.

Se non si fanno nomi e cognomi c'è il rischio che a rimetterci sia anche chi non c'entra assolutamente niente con questa storia. Penso a tanti bravi pizzaioli che stanno un po' risentendo di questa cattiva pubblicità intorno alla pizza gourmet. La gente deve sapere che per quattro, cinque esercizi commerciali che fanno frodi ce ne saranno almeno mille che rispettano le regole e fanno sacrifici!  Qualche cliente sta già manifestando qualche preoccupazione attorno al nostro mondo, che è un mondo, ripeto, sano. Ora bisognerà pensare a come istituire regole certe che definiscano bene il concetto di pizza gourmet, in modo anche da non creare confusione con i clienti che, dopo questa vicenda, si sentono un po' spaventati da questo mondo.

Ma come può, materialmente, un cliente comune assicurarsi di star mangiando una pizza gourmet senza la fregatura?

È complicato. Perché l'unico modo per farlo sarebbe quello di fare vedere loro le ricevute dei nostri prodotti e delle nostre materie prime certificate. Quindi l'unica vera strada in questo momento è il rapporto di fiducia tra cliente e ristoratore. E questa inchiesta, purtroppo, ha creato grossi dubbi attorno a noi e ora va trovata una soluzione. Io stesso sto trovando difficoltà, e sto elaborando un menu che certifichi e racconti di come i nostri ingredienti siano certificati. Perché è chiaro, un conto è fare una pizza prosciutto e funghi, un altro è spiegare al cliente il tipo di prosciutto, la provenienza, e via dicendo, così come per i funghi. La differenza tra una pizza normale ed una pizza gourmet si trova proprio nel tipo di ingredienti: normali per la pizza comune, certificati per la pizza di qualità,.

Qual è l'ingrediente che caratterizza una pizza gourmet?

Io dico sempre che sono due: la farina e l'olio. Poi certo ogni pizzaiolo ha un suo ingrediente particolare, ma io penso che la pizza gourmet debba partire dalla farina e dall'olio. Non si può utilizzare farina di scarsa qualità, e analogamente l'olio dovrebbe essere sempre extravergine d'oliva. Io utilizzo farina che proviene da grano italiano, biologica, tutto certificato: è questa la differenza dalla pizza normale, che utilizza ingredienti comuni e dunque anche più economici. Con farina invece di alta qualità, che magari costa anche 30 euro al pacco (da 25 kg ndr.), ecco che questo spiega anche quei 50 centesimi in più che costa una pizza gourmet. Anche perché, parliamoci chiaro: con ingredienti di qualità ci sono anche meno rischi per i consumatori, per quanto riguarda ad esempio glicemia, allergie intolleranze e via dicendo.

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