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False borse Bottega Veneta stavano per invadere il mercato nella zona di Avellino

Borse cassette ad intreccio col marchio della nota casa di accessori di lusso sequestrate dalla Finanza ad Avellino.
A cura di Redazione Napoli
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Chi ha girato un po' l'Italia e l'Europa, anche se non può permettersi di acquistarle, riconosce sicuramente il modello e il brand. Il marchio è uno dei più noti al mondo, Bottega Veneta, nato nel 1966 a Vicenza, oggi parte del gruppo di lusso Kering, con un fatturato ampiamente superiore al miliardo di euro. La manifattura delle borse è iconica: la trama intrecciata in pelle, tipica dei modelli Cabat e delle Knot è ben nota agli amanti degli accessori di lusso. Inevitabile che borse così finissero nel mirino della fiorente industria del "pezzotto", ovvero quella della contraffazione che in parte finisce in mercati conniventi (anche online) e in parte sulle bancarelle del falso ormai presenti in ogni grande città.

È successo ad Avellino: i militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, su richiesta del sostituto procuratore Vincenzo Russo hanno sequestrato numerose borse in pelle, riproducenti fedelmente sia per forma che per dimensioni e grandezza, modelli del noto marchio. In particolare si tratta delle modello "cassette piccola": sono borse cross-body, dal minimo ingombro; quelle originali vengono realizzate in pelle di agnello nell’emblematica lavorazione ad intreccio e il loro prezzo parte dai 2mila-2.200 euro.

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Scrivono i finanzieri nella nota che descrive quanto sequestrato:

Le borse rinvenute, costituiscono copie dei modelli registrati dal noto brand, tali da suscitare nel consumatore la medesima impressione generale del prodotto originale, per cui la vendita delle stesse, effettuata presso gli store e attraverso i canali social collegati al sito internet della ditta, avrebbe fruttato notevoli guadagni.

Nei guai i titolari delle due attività commerciali, già conosciuti ai finanzieri di Avellino. I militari pochi mesi prima avevano notificato loro un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Avellino per reati tributari. I due sono stati denunciati a piede libero.

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