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Faide di camorra a Napoli Est: ras dei Mazzarella in giro armato, tensione alta tra clan

Umberto Galiero, ritenuto dagli inquirenti ai vertici del clan Mazzarella, è stato arrestato dalla Polizia nel quartiere napoletano di Barra: è stato trovato in possesso di quasi 1.500 euro in contanti e di un potente revolver che teneva nascosto negli slip; l’uomo è il cugino del boss Roberto Mazzarella. Nell’area Est di Napoli proseguono le tensioni tra i clan di camorra.
A cura di Nico Falco
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Se ne andava in giro con un revolver infilato negli slip, una Smith & Wesson calibro 357 magnum, capace di perforare fino a 12 tavole di abete da due centimetri e mezzo. I Falchi della Squadra Mobile di Napoli lo hanno intercettato in via delle Ninfee, quartiere Barra, a Napoli Est, insieme agli agenti del commissariato San Giovanni-Barra; ha tentato di scappare, ma è stato velocemente raggiunto e bloccato, durante la perquisizione sono saltati fuori l'arma, caricata con 6 cartucce, e 1.480 euro in contanti di cui non ha saputo giustificare la provenienza. In manette, accusato di porto abusivo di arma clandestina e di ricettazione, un 43enne napoletano con precedenti di polizia: si tratta di Umberto Galiero, cugino del boss Roberto Mazzarella e secondo gli inquirenti ai vertici del clan.

Sul denaro trovato nelle sue tasche, e soprattutto sul motivo che l'aveva spinto a girare armato, sono in corso accertamenti affidati alla Polizia di Stato. E sembra probabile un collegamento con le faide di camorra che sono in corso proprio nell'area Est di Napoli; scontri che sembrano sopiti negli ultimi giorni, dopo due episodi eclatanti che sembravano dover sancire il passaggio alla guerra aperta: la bomba piazzata sotto l'abitazione di Marco De Micco, detto il Bodo, scarcerato pochi mesi fa, e l'omicidio di Carmine D'Onofrio, ucciso davanti alla compagna incinta di otto mesi, figlio illegittimo del fratello del boss Antonio De Luca Bossa, Tonino ‘o Sicco.

La tensione tra i clan, che ha portato in un anno a 16 episodi tra bombe e agguati, era stata evidenziata anche nella richiesta di fermo per 4 persone ritenute vicine ai De Luca Bossa – Minichini – Casella di Ponticelli per l'estorsione a un parcheggiatore abusivo: i pm avevano richiamato un intervento dello scorso 26 settembre, quando 5 persone di quello stesso clan erano state intercettate dalla polizia e uno di loro, durante la tentata fuga, aveva puntato contro gli agenti una pistola mitragliatrice.

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