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Faida interna al clan Lo Russo per il controllo dell’area nord di Napoli: omicidi e stese, 19 arresti

Le indagini hanno permesso di individuare due gruppi criminali, Scognamiglio e Pecorelli, entrambi considerati articolazioni del clan Lo Russo, che si sono contesi il controllo del territorio.
A cura di Valerio Papadia
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Una vasta operazione che ha coinvolto Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Guardia di Finanza, è andata in cena questa mattina nell'area nord di Napoli: sono 19, in totale, le persone arrestate poiché ritenute, a vario titolo, indiziate di associazione di tipo mafioso, omicidi, lesioni, esplosioni di colpi d’arma da fuoco in luogo pubblico, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni e detenzione di sostanza stupefacente, commessi per agevolare il clan Lo Russo, con l'aggravante del metodo mafioso. Sequestrati anche beni per un totale di circa 8 milioni di euro.

Nella fattispecie, le indagini condotte tra il 2021 e il 2022 dai poliziotti della Sezione Catturandi della Squadra Mobile di Napoli e da quelli del commissariato Scampia, hanno portato oggi a 16 arresti e hanno permesso di individuare l'esistenza di due gruppi criminali, gli Scognamiglio e i Pecorelli, entrambi considerati articolazioni dei Lo Russo, che si contrapponevano tra di loro per il controllo degli affari illeciti a Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella, quartieri della periferia settentrionale di Napoli.

Risolti due omicidi di camorra dopo tre anni

Durante l'attività investigativa, i poliziotti sono stati in grado di fare luce su due omicidi di camorra, avvenuti entrambi nel 2021, a distanza di poco tempo l'uno dall'altro. Il primo è quello di Salvatore Milano, 60 anni, storico appartenente al clan Lo Russo, ucciso a colpi di pistola in un bar di Miano il 22 aprile 2021; il secondo è quello di Antonio Avolio, 30 anni, ritenuto dagli inquirenti in passato vicino ai Lo Russo, ucciso anch'egli a colpi di pistola tra Miano e Piscinola il 24 giugno 2021.

La faida tra i due gruppi criminali, come ricostruito dai poliziotti, ha portato anche al ferimento di Salvatore Di Caprio il 10 giugno del 2021, all'aggressione di alcuni dipendenti all'interno dell'ospedale Mondali per la compravendita dei posti di lavori di soggetti vicini al clan, all'estorsione ai danni del proprietario di un bar di Miano e a numerose stese, andate in scena a distanza ravvicinata tra il giugno e l'agosto del 2021.

I due gruppi criminali avevano legami anche con il clan Cifrone

Contestualmente alle indagini effettuate dalla polizia, anche l'attività investigativa dei carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia Vomero ha portato oggi all'arreso di tre persone, indiziate di associazione per delinquere di tipo mafioso e omicidio aggravato dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Le indagini dei militari dell'Arma, iniziate nel 2020, hanno permesso di rilevare un perdurante legame tra esponenti di spicco del clan Cifrone, disarticolato in seguito a numerosi arresti, e e le nuove leve dei gruppi emergenti e contrapposti Scognamiglio e Catone-Pecorelli, quest’ultimo erede diretto dei Cifrone.

Sequestrate case, aziende, terreni e auto per 8 milioni di euro

Infine, contestualmente, la Guardia di Finanza con il GICO del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, lo SCICO e i militari della compagnia Capodichino, unitamente al Nucleo Investigativo Centrale di Roma della Polizia Penitenziaria, hanno operato un sequestro preventivo di beni nei confronti di 20 persone, indagate per estorsione, usura, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori ed emissione e utilizzo di false fatture, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità agevolativa del clan Lo Russo.

Le indagini hanno permesso di accertare come un soggetto apicale del sodalizio, nonostante fosse recluso dal 2010, continuasse a controllare gli affari illeciti. Pertanto, sono stati sottoposti a sequestro preventivo 8 immobili, 12 lotti di terreno, 5 complessi aziendali, 2 autovetture, 1 ciclomotore e 90 rapporti finanziari per un valore stimato di circa 8 milioni di euro.

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