L’ex sindaco di Napoli De Magistris parla di De Luca: “Su lui non ho un giudizio positivo, ma guardo al futuro”
Prima nemici e ora possibili alleati, sullo sfondo un nemico comune che oggi è quel centro sinistra che vede nel Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, presidente dell'Anci, la sua espressione più importante. Luigi De Magistris e Vincenzo De Luca sono passati dagli scontri memorabili a favore di telecamera a messaggi di apertura e possibili alleanze. Da un lato l'ex Sindaco ha aperto al presidente della Regione Campania, archiviando la stagione degli scontri, dall'altro alcuni consiglieri regionali vicini a De Luca hanno lanciato messaggi di riconoscimento all'ex Sindaco, ad esempio sul lavoro fatto nel progetto "Restart Scampia" quando era Sindaco.
All'orizzonte le prossime elezioni regionali della Campania, in lontananza quelle per il Comune di Napoli, nel presente la critica di De Magistris, che oggi si considera un attivista politico, all'attuale amministrazione di Gaetano Manfredi. In questa intervista a Fanpage.it l'ex primo cittadino parla dello stato della città, ma anche del suo "nuovo" rapporto con Vincenzo De Luca, senza lesinare però le critiche a quanto fatto in 10 anni da presidente della Regione, soprattutto sulla sanità. Ma, dice De Magistris, "guardiamo al futuro".
Da napoletano e da ex Sindaco, cosa proprio non le piace di come viene amministrata la città di Napoli oggi?
Le stanno togliendo l'anima. E Napoli senza anima, senza passione, senza cuore, non è Napoli. Una città guidata senza una visione di insieme e senza concretezza amministrativa. Il turismo è stato uno degli elementi fondamentali per la rinascita di Napoli, io ci metto al primo posto la cultura, poi la partecipazione, i napoletani e poi il turismo. Mi sorridevano dietro quando dicevo che Napoli poteva diventare prima sul turismo. Siamo diventati primi, però quello che trovo grave e che non si lavora sui gravi effetti collaterali della turistificazione. L'idea che oggi un giovane di Napoli, una persona del ceto medio, o un povero, debbano essere espulsi da pezzi importanti della città perché non trovano una casa, è una sconfitta, Napoli senza i napoletani, non è Napoli.
Lei da Sindaco è stato un paladino dell'acqua pubblica, oggi quell'esperienza, che è stata anche da esempio in Italia, è messa in discussione, cosa sta avvenendo e lei cosa ne pensa?
Innanzitutto è vergognoso che a 14 anni dal referendum che Napoli sia stata l'unica istituzione italiana a rispettare la volontà popolare. La nuova amministrazione attacca i beni comuni a cominciare dall'acqua, perché è un'amministrazione che punta alla privatizzazione, all'esternalizzazione, al legame con i poteri forti, questo è molto grave. Io penso che bisogna riprendere una stagione di movimenti popolari forti a difesa dei beni comuni, come l'acqua, come le spiagge, come il mare, come l'aria, come tutti i beni comuni della vita.
Diamo ormai per scontato che lei sarà in campo per la guida della città alle prossime elezioni, lo ha annunciato più volte
Io sono in campo a prescindere, mi considero un attivista politico innamorato di Napoli, ho scelto di restare a vivere a Napoli, il mio impegno politico sarà soprattutto in città. Devo dire che proprio per le motivazioni che ho analizzato prima sto prendendo seriamente in considerazione l'idea, ovviamente non da solo, ma con un'esperienza bella, partecipata, dal basso, di evitare che Napoli finisca nuovamente in preda a chi vuole mettere le mani sulla città e non fare l'interesse dei napoletani e del bene comune.
Con Vincenzo De Luca, lei da Sindaco, lui da presidente della Regione, avete dato vita a scontri memorabili, ora De Luca si è ricandidato alla presidenze della Regione, o meglio, vedremo se ci riuscirà, lei ha disteso i toni, sta pensando ad un appoggio?
Partiamo da due figure completamente diverse, sia dal punto di vista generazionale, che dal punto di vista politico, della morale pubblica, siamo due figure molto diverse. Io dico mai alleati ma è finita l'epoca dei nemici. Oggi io ho apprezzato le posizioni del presidente De Luca sulla Palestina, sull'Ucraina, sull'autonomia differenziata, sono elementi che in questo momento vanno apprezzati, ha rotto un campo largo deciso tutto a Roma e questo non va bene. Io credo che si apra un'opportunità importante quella di creare un momento storico in cui bisogna partire dalla difesa dei territori e vedere se ci sono le condizioni, magari non per accordi politici o alleanze, non le capirei nemmeno io guardandomi allo specchio, ma verificare se su alcuni punti qualora uno dovesse essere eletto, De Luca presidente della Regione Campania e io Sindaco di Napoli, ci possano essere delle convergenze istituzionali e non più un contrasto.
Lei ha parlato di Ucraina, di Palestina, di concentrazione delle scelte politiche, ma qui siamo in regione Campania quindi le chiedo, sulla sanità? Sui trasporti? Lei cosa ne pensa?
Io credo che se mi candidassi a presidente della Regione Campania, e mai dire mai nella vita, investirei molto sulla sanità come priorità assoluta.
Ed invece sul governo di De Luca sulla sanità e i trasporti cosa ne pensa?
Io penso che non ci sia stata una buona politica sulla sanità, credo che abbiamo assistito nella città di Napoli, ed io ne sono stato uno strenuo difensore, alla chiusura di tantissimi presidi sanitari, pronto soccorsi, alle esternalizzazioni, ecco il tema della sanità e dei trasporti per chi vuole candidarsi alla presidenza della Regione devono essere centrali. Poi io aggiungerei altri punti, come quello delle fasce deboli, nel momento in cui il governo Meloni cancella il reddito di cittadinanza, io credo che la Regione Campania debba avere un reddito di cittadinanza regionale. Penso anche al lavoro che per esempio abbiamo fatto con De Luca con i disoccupati di lunga durata. Io sono in questo molto onesto intellettualmente, la mia non è una valutazione positiva su quello che c'è stato in questi anni, io però guardo al futuro, all'esperienza di chi ha governato per 11 anni, dove il dialogo istituzionale deve essere secondo me sempre una priorità.
Nella sua esperienza di governo ha rappresentato un mondo multiforme, oggi molti dei suo ex compagni di viaggio sostengono Manfredi, cosa si sente di dirgli?
Io credo che ci sta, nel momento in cui la nostra esperienza è finita, è stata una rivoluzione, le rivoluzioni hanno un inizio ed una fine, io non condanno e non provo disprezzo politico per chi oggi sostiene Manfredi. Però penso anche che si sta per aprire una stagione nuova, c'è la rivoluzione e c'è la restaurazione, io credo che una fase che possa essere una mescolanza tra illuminismo e romanticismo di ultima generazione possa caratterizzare i prossimi anni. E mi auguro che quel movimentismo, che è stato sempre l'aspetto che più mi ha affascinato della mia esperienza in città, possa riprendersi la città, nelle forme e nei modi che ognuno ritiene opportuno, ed io in questa partita, da attivista oggi e magari da candidato domani, ci sarò.