Detenuti ma col reddito di cittadinanza, scoperti centinaia di illeciti nel Napoletano
Un uomo ha presentato domanda per il reddito di cittadinanza a Frattamaggiore mentre era detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Un caso apparentemente di ubiquità, in realtà soltanto uno dei tanti raggiri che sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza, che in otto mesi ha individuato centinaia di domande irregolari presentate da residenti dell'area nord della provincia di Napoli; molti erano detenuti o sottoposti a misure cautelari, tra questi anche otto persone che erano evase dai domiciliari per andare ai caf per presentare domanda.
Le indagini, svolte in collaborazione con l'Inps, coprono il periodo tra il settembre 2020 e il maggio 2021 e sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord. I militari del Gruppo di Frattamaggiore hanno avviato i controlli partendo dai cittadini residenti a Frattamaggiore sottoposti a misure cautelari e hanno verificato se avessero presentato domanda o se già percepissero il reddito di cittadinanza. Tantissime domande, hanno appurato i militari delle Fiamme Gialle, erano state presentate da persone destinatarie di provvedimenti giudiziari che, per legge, fanno venire meno i requisiti.
Nel bilancio complessivo ci sono 298 denunciati, a cui è stato revocato il sussidio; a seconda della posizione (se avevano chiesto il reddito quando erano già sottoposti a misura cautelare o se avevano omesso di segnalare la misura ma già lo percepivano) è scattata la denuncia per truffa ai danni dello Stato o la segnalazione per violazioni alle norme del reddito di cittadinanza. Il danno economico è stato quantificato dall'Inps di Afragola (Napoli) in circa 2,5 milioni di euro.
Tra i casi scoperti dalla Guardia di Finanza c'è quello della domanda recuperata in un centro di assistenza fiscale a Frattamaggiore e che risulta essere stata presentata da un uomo detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere per droga: una cosa fisicamente impossibile, visto che nel giorno della presentazione l'uomo era già in prigione. Si è scoperto che a presentare la domanda era stata la moglie, che ovviamente non aveva detto che il marito era detenuto ma aveva inventato un'altra scusa per far accettare la documentazione già firmata dall'uomo.
Ci sono poi gli altri otto casi, che riguardano altrettante persone che per andare a presentare la domanda erano evasi dagli arresti domiciliari a cui erano sottoposti per reati predatori o per droga. Molte delle domande, nonostante l'assenza dei requisiti, erano state accettate ed erano anche partite le erogazioni.
(ultimo aggiornamento alle 10.25 del 31 maggio)