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Elicottero col fumo rosa per la gravidanza, informativa in Procura: coinvolti personaggi dei clan

La Polizia sta preparando una informativa per la Procura per il gender reveal con elicottero a Bagnoli: nella festa coinvolte persone vicine ai clan.
A cura di Nico Falco
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Una informativa della Polizia di Stato sul gender reveal con elicottero andato in scena a Bagnoli arriverà nei prossimi giorni sul tavolo della Procura di Napoli; mentre gli accertamenti sono ancora in corso, si tratta di un atto dovuto per notificare alla magistratura del sorvolo sul quartiere e di quanto fino ad ora emerso su quella vicenda, compreso il coinvolgimento di alcuni personaggi ritenuti legati alla malavita organizzata locale che secondo le prime risultanze sarebbero imparentati con la coppia per cui è stato organizzato lo spettacolo e che non sarebbero nuovi a feste "rumorose" e appariscenti.

Elicottero vola su Bagnoli per gender reveal, accertamenti della Polizia

La vicenda è quella del 5 aprile scorso, ormai più che nota: un elicottero privato aveva sorvolato il quartiere della periferia ovest di Napoli spargendo fumo rosa a pochi metri dalle abitazioni. La circostanza aveva, come prevedibile, causato sorpresa ma anche spavento per i residenti, che si chiedevano di cosa si trattasse e, soprattutto, cosa stesse spruzzando. Nelle ore successive sui social si sono susseguite le supposizioni più varie, da chi ipotizzava un'avaria del motore a chi pensava che stessero spargendo diserbanti, senza contare le teorie complottiste che, immancabilmente, hanno fatto capolino. Fanpage.it ha ricostruito che, in realtà, si trattava di un gender reveal: una festa, precedente ai baby shower e solitamente organizzata dai familiari di una donna incinta, con cui si rende noto il sesso del nascituro, in questo caso una femminuccia (altrimenti il colore sarebbe stato azzurro).

Chiarito che non ci fosse quindi nessun pericolo, e al netto del clamore suscitato (i video sono diventati virali, ne hanno parlato influencer come Il Signor Distruggere e se ne è occupata anche la trasmissione Rai "La vita in diretta"), sono rimasti però diversi aspetti su cui fare chiarezza. Innanzitutto, le autorizzazioni: sui centri abitati non è possibile volare, se non in specifiche circostanze in cui ricadono, per esempio, i servizi di emergenza e le operazioni delle forze dell'ordine. Per questo motivi i poliziotti del commissariato locale stanno cercando di risalire al proprietario dell'elicottero per verificare la documentazione in suo possesso; si tratterebbe di un privato che sarebbe stato già identificato. E resta un secondo interrogativo, che però coinvolge la criminalità organizzata.

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Elicottero sparge fumo rosa su Bagnoli, coinvolti personaggi dei clan

Stando a quanto emerso dalle indagini, infatti, a noleggiare l'elicottero sarebbero state persone vicine al clan Esposito, attualmente egemone di Bagnoli. Per loro probabilmente non si prospetta nessun problema legale, in quanto è dovere di chi offre il servizio provvedere alle autorizzazioni (e di non effettuare il volo in mancanza di queste), ma gli investigatori avrebbero ritenuto opportuno notificare alla magistratura questa vicinanza, anche alla luce della situazione molto delicata nell'area ovest di Napoli, dove i contrasti tra i gruppi di camorra sono sfociati in omicidi e agguati nella vicina Fuorigrotta.

Il clan Esposito sarebbe, ritengono gli inquirenti, uno dei protagonisti di questo scontro: Salvatore Capone, ucciso la notte del 1 gennaio, sarebbe stato il tramite tra la camorra di Fuorigrotta e il clan Licciardi dell'Alleanza di Secondigliano e risulta legato strettamente anche al boss Massimiliano Esposito "lo Scognato", che a lui si era affidato per tenere i contatti durante la latitanza. La cosca era stata fortemente indebolita dall'arresto del capoclan, nell'ottobre 2020, e successivamente, nel febbraio 2021, dalla decisione di diventare collaboratore di giustizia di Yusseff Aboumouslim, nipote e braccio destro di Esposito. Nel settembre scorso era finito agli arresti anche il figlio neomaggiorenne dello "Scognato"; il ragazzo, destinatario di un ordine di carcerazione del Tribunale dei Minori per due denunce per possesso di armi, si era consegnato alla Polizia ed era stato trasferito in una comunità di recupero.

Negli ultimi tempi, però, il clan sembra aver trovato nuovo vigore. Innanzitutto per la scarcerazione del capoclan, che lo scorso 29 marzo ha lasciato il carcere di Prato; per il momento il cinquantenne non potrà tornare a Bagnoli ed è agli arresti domiciliari in Calabria ma, una volta scontato il residuo di pena, avrà saldato il suo debito con la giustizia. La sua liberazione era stata festeggiata a Bagnoli con uno spettacolo di fuochi d'artificio (illegale) durato un'ora. Un modo, ritengono gli inquirenti, per diffondere la notizia anche al resto del quartiere e manifestare la presenza del clan.

Lo stesso gruppo criminale, del resto, stando a quanto accertato dagli investigatori, non sarebbe di certo nuovo a manifestazioni "appariscenti" per sfoggiare grande disponibilità economica: nel 2019, in occasione del matrimonio di un nipote del boss (non ritenuto coinvolto in affari criminali) gli sposi avevano attraversato il quartiere in una carrozza trainata da cavalli per poi andare al ristorante – la Sonrisa, naturalmente – sfilando in una Lamoborghini bianca. La carrozza era stata sanzionata e probabilmente solo lo stretto monitoraggio del commissariato locale aveva evitato manifestazioni ancora più "sopra le righe": diversi mesi prima uno dei parenti si era informato presso il Comune di Napoli per ottenere il permesso per far atterrare un elicottero, che avrebbe dovuto trasportare un familiare per farlo assistere alla cerimonia prima di tornare in carcere.

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