“Sappiamo dove votate…”: arrestato l’autore del messaggio Whatsapp intimidatorio durante le elezioni a Salerno
È finito agli arresti domiciliari l'autore di un inquietante messaggio inoltrato a raffica su Whatsapp nel pieno delle elezioni comunali a Salerno. Gianluca Izzo, amministratore di fatto della Cooperativa sociale "San Matteo" e Umberto Coscia, impiegato nella stessa società. L'ipotesi d'accusa è aver violato l'art. 87 Dpr 570/1060 che punisce tra le altre cose
chiunque usi violenza o minacci un elettore, o la sua famiglia, per costringerlo a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura o a votare in favore di determinate candidature
Il fatti sono i seguenti: lo scorso 3 ottobre, nella prima giornata di voto per le elezioni amministrative del Comune di Salerno, la Polizia Giudiziaria aveva appreso, dalla pagina-profilo Facebook di alcuni consiglieri di minoranza al Comune di Salerno, che era stato pubblicato e commentato un messaggio Whatsapp dal contenuto intimidatorio in relazione alla campagna elettorale.
Iniziano le indagini e si arriva al mittente: il messaggio era destinato ad un gruppo chat composto dai lavoratori di un Ente legato alla Amministrazione Comunale che aveva «espresso una candidata nelle liste collegate al sindaco Vincenzo Napoli (poi rieletto ndr.)».
Scrive la Procura di Salerno:
Dall'ascolto dell'audio, trasmesso formalmente alla Procura risultava che una voce maschile richiamava tutti i destinatari a rispettare indicazioni di voto evidentemente in precedenza impartite, utilizzando frasi del chiaro contenuto minatorio.
Secondo quanto ritenuto nel provvedimento cautelare, all'esito parziale delle attività investigative, l'audio era stato inoltrato in un gruppo WhatsApp di cui facevano parte i dipendenti della cooperativa San Matteo da Umberto Coscia e confezionato da Gianluca Izzo, mandante anche di una seconda comunicazione, sempre per il tramite di WhatApp, del medesimo tenore intimidatorio.
Sostanzialmente l'autore del messaggio era autore di vere e proprie minacce rispetto al voto e alla sua capacità di controllo: «So dove votate e non votate…quindi personalmente me li vado a controllare…». Gli arresti domiciliari dureranno 20 giorni: sono stati disposti per consentire all'Autorità giudiziaria di acquisire le prove senza il rischio che qualcuno le inquini.