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Elezioni amministrative Napoli 2021

Elezioni Comunali, intervista a Gennaro Esposito: “Ripensare il centro, la città non è un fast food”

Avvocato, presidente del Comitato Vivibilità Cittadina e già consigliere comunale nel 2011 con Luigi De Magistris: è Gennaro Esposito, che corre per un posto da consigliere comunale nella Lista Manfredi. I temi su cui punterebbe immediatamente, una volta eletto, sono sport e vivibilità. Di sé dice di aver dimostrato di non essere un “politico per forza”, svolgendo attività civica pur non ricoprendo alcun ruolo politico.
Intervista a Gennaro Esposito
Candidato consigliere comunale per la Lista Manfredi
A cura di Federica Grieco
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Già consigliere comunale nel 2011 , Gennaro Esposito si è candidato nuovamente a consigliere con la Lista Manfredi Sindaco. Esposito, oltre ad essere un avvocato, è il presidente del Comitato Vivibilità Cittadina attraverso cui da tempo si batte al fianco dei napoletani per denunciare il mancato rispetto delle regole da parte di persone e attività commerciali. "Gaetano Manfredi ha detto due cose che mi hanno poi convinto ad assumere questo impegno – spiega Esposito a Fanpage.it – che lui non crede nell’uomo solo al comando, e io sono d'accordo, e che non avrà timore ad assumere dei provvedimenti anche impopolari. Napoli ha bisogno di essere governata e ad oggi non è stato così. Perché governare significa perdere consensi".

Si sta impegnando, attraverso il Comitato Vivibilità Cittadina si sta impegnando per ridare al centro storico dei connotati di vivibilità persi negli ultimi anni. Di cosa vi occupate concretamente?

Il Comitato Vivibilità Cittadina, da me presieduto, svolge un ruolo di ascolto dei cittadini napoletani circa i temi della vivibilità. Delle segnalazione che riceviamo attraverso i nostri gruppi whatsapp di quartiere, investiamo le autorità competenti affinché adottino le misure necessarie a ristabilire le regole minime di convivenza civile. Purtroppo riscontriamo spesso o una assenza di risposta o una risposta assolutamente inefficace, tanto che abbiamo più volte invitato, diffidato, richiamato sindaco, prefetto e questore ai loro doveri di ufficio e di controllo. Ci chiamano “comitato anti movida” e invece no. Noi siamo un comitato cittadino per la vivibilità: i nostri due principi sono “la nostra movida rispetta la vita” e poi “la città non è un bene di consumo”.  Stiamo assistendo ad un continuo svuotamento del centro storico e a una trasformazione commerciale di intere strade. Il centro storico deve essere un enorme fast food? Ci sono dei quartieri che ormai di giorno non vivono più, perché non ci sono più le attività commerciali che c’erano prima.

Lei si è candidato con Manfredi che ha una coalizione molto ampia. Non si rischia che ad emergere siano solo i grandi portatori di voti e non quelli più validi ma con meno seguito?

I riciclati nella lista di Manfredi spero che non prendano neppure un voto. Noi ci misuriamo per le cose che abbiamo fatto e non siamo i candidati che sono stati fulminati sulla via di Damasco due minuti prima delle elezioni: facciamo attività civica ormai da anni. Spero che i cittadini sappiano scegliere i loro rappresentanti secondo l’impegno. Per me questa è anche una verifica di tutta l’attività che abbiamo svolto: indiscutibilmente i temi che poniamo noi sono di interesse generale. Se oggi si parla di vivibilità a Napoli è grazie al lavoro che abbiamo fatto noi. Se i cittadini ci riconosceranno questo ruolo bene, se non ce lo riconosceranno, ne prendiamo atto. Io, nel 2016 dopo l'esperienza De Magistris, non mi sono ricandidato: non sono un politico per forza. Io sono una persona che ha svolto la propria attività civica pur non sedendosi su una poltrona. Invece ci sono persone che stanno da 20 anni nel Consiglio comunale svolgendo vari ruoli.

Se domani dovesse essere eletto consigliere, su cosa punterebbe immediatamente?

Sport e vivibilità, che sono i due temi su cui penso di avere una legittimazione sul campo perché lotto da anni: io sono quello che ha fatto sequestrare 6 milione e 230mila euro a De Laurentis perché non pagava lo stadio. Gli impianti sportivi li conosco tutti quanti, conosco bene qual è il destino e qual è la soluzione per sistemarli e per fare in modo che i bambini di questa cittadini possano praticare sport. Io nasco a Marianella, un posto allucinante, però lo sport mi ha formato. La vivibilità sarebbe un argomento molto trasversale, però quando ci vedo sul Sole 24 Ore all’80esimo posto, non mi sta bene: Napoli deve essere una città europea.

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