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Ecco perché Edenlandia è stata chiusa. Ora a rischio 150 posti di lavoro

L’Edenlandia è stata chiusa venerdì 7 marzo, a rischio ci sono 150 posti di lavoro. La società sta preparando il ricorso al Tar. Vorzillo: “A rischio i livelli occupazionali”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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È chiusa da tre giorni l'Edenlandia, il più grande parco giochi di Napoli. Adesso sono a rischio i circa 150 posti di lavoro, compresi i dipendenti  dell'indotto. La società che gestisce il parco divertimenti per ora sta continuando a pagare i dipendenti diretti, ma, a causa della chiusura improvvisa, l'indotto (che include anche ristoranti, bar e fast food) ovviamente è fermo.

L'Edenlandia è nata nel 1965 a Fuorigrotta e poi, dopo un periodo di grave crisi, rinata sotto la nuova società New Edenlandia, a partire dal novembre 2018, grazie all'imprenditore Gianluca Vorzillo, socio unico di Tanit, l'azienda che gestisce il parco giochi. Dopo una segnalazione arrivata il 3 marzo scorso, la Polizia Locale dell'Unità Operativa Fuorigrotta, venerdì scorso, 7 marzo, ha effettuato un sopralluogo nella struttura, nel corso del quale sono state riscontrate "gravi difformità sulle autorizzazioni".

Da qui, l'ordinanza dirigenziale di revoca delle licenze e di cessazione dell'attività di parco giochi, che è stata trasmessa anche al Commissariato di Bagnoli della Questura di Napoli. Il provvedimento ha suscitato subito la replica della società, che l'ha giudicato "abnorme, incomprensibile, addirittura con la revoca della licenza per una mancata comunicazione del nominativo dell’ultimo amministratore, fatto questo assolutamente formale". Al momento, a quanto apprende Fanpage.it, si sta lavorando al ricorso amministrativo al Tar di Napoli, che potrebbe essere presentato domani (c'è tempo 60 giorni).

Vorzillo: "A rischio i livelli occupazionali"

Nella serata di oggi, Gianluca Vorzillo, presidente di Tanit, ha dichiarato:

"Stiamo proseguendo negli approfondimenti tecnici e legali per riaprire presto i cancelli di Edenlandia ma c’è un ulteriore tema che ci sta preoccupando e riguarda il livello occupazionale dei lavoratori del Parco. Con la revoca della licenza disposta dal Comune la società che gestisce Edenlandia non può accedere alle procedure di cassa integrazione del personale e non può chiedere così l’attivazione del competente tavolo istituzionale in Prefettura. Esiste così il rischio del licenziamento dei lavoratori e delle lavoratrici dello storico Parco di Fuorigrotta ma stiamo lavorando per trovare la più rapida soluzione, anche con serrate interlocuzioni con tutti gli enti coinvolti in questa delicata questione, per evitare questa ulteriore grave criticità".

Perché è stata chiusa l'Edenlandia

Ma perché è stata chiusa l'Edenlandia? L'Ordinanza dirigenziale del 7 marzo ha disposto la revoca di licenze ex articoli 68 e 69 del Tulps e la cessazione immediata dell'attività di parco giochi "New Edenlandia" di viale Kennedy. Il provvedimento prevede anche la celerità, a causa dell'"urgente esigenza di non procurare nocumento all'ordine pubblico e alla sicurezza della collettività". L'ordinanza si richiama all'articolo 68 del Tulps, il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che riguarda la licenza rilasciata dal Questore, e l'articolo 69, ossia la licenza rilasciata dall'autorità locale di pubblica sicurezza per gli spettacoli.

I controlli della Polizia Locale e la chiusura

Tutto inizia il 3 marzo 2025 da una segnalazione arrivata al Comune di Napoli. Il servizio Suap, lo Sportello Unico delle Attività Produttive, chiede alla Polizia Locale Uo Fuorigrotta di effettuare una "urgente verifica di conformità delle autorizzazioni necessarie allo svolgimento delle attività". Il 6 marzo avviene un primo sopralluogo dalla Commissione Provinciale di Vigilanza sui Locali di Pubblico Spettacolo, che rileva tra le altre cose "il cattivo stato di manutenzione di alcune giostre e la mancanza di certificazione dei controlli periodici di altre".

I caschi bianchi procedono al sopralluogo il 7 marzo, rilevando "gravi difformità tra le autorizzazioni rilasciate e lo stato dei luoghi che hanno portato all'elevazione di due verbali per violazione degli articoli 68 e 69 del Tulps, oltre al deferimento all'Autorità giudiziaria di notizia di reato ai sensi dell'articolo 681 del Codice Penale (Apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento) per difformità all'articolo 80 del Tulps".

Vengono rilevate in particolare, "attrazioni non presenti in precedenza o spostate dai loro siti originari". E, ancora, "prive di certificato di corretto montaggio nonché del collaudo nel loro attuale sito". Rilevata inoltre "la mancata comunicazione a tutti gli organi preposti del cambio di amministratore della New Edenlandia spa, adempimento obbligatorio e necessario per le verifiche antimafia".

La replica di Edenlandia: "Impugneremo l'atto"

Nella stessa giornata di venerdì 7 marzo era arrivata anche la replica di Edenlandia, tramite Gianluca Vorzillo, socio unico di Tanit che gestisce il parco di Fuorigrotta: “Sono sbalordito per quanto è successo oggi ad Edenlandia – aveva detto il patròn, che aveva annunciato anche il ricorso al Tar – Erano emerse alcune criticità in due giostre Dumbo e Maniero, nel corso di un sopralluogo della competente commissione prefettizia, nato a seguito di una segnalazione anonima di un ex manutentore del Parco. Criticità soprattutto sul fronte della ordinaria manutenzione e men che mai per problemi legati alla sicurezza dei due impianti. Quando nel pomeriggio ci è stata notificata dalla Polizia locale la chiusura dell’intero Parco, tra l’altro proprio mentre stavamo già provvedendo al ripristino dello stato delle giostre, è stato uno choc anche per le maestranze".

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