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“È tutto a posto”: la frase di Zagaria che ha fatto partire le indagini sugli appalti dei Casalesi

Le indagini sull’ala imprenditoriale dei Casalesi, fazione Zagaria, sarebbero partite dopo una frase pronunciata dal superboss il giorno dell’arresto: “Tutto a posto, il sistema è oleato”. La circostanza emerge dall’ordinanza che ha portato oggi in carcere 7 imprenditori di Casapesenna, ritenuti parte integrante della rete di connivenze tramite cui il clan gestiva anche il settore del ciclo delle acque.
A cura di Nico Falco
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L'arresto di Michele Zagaria
L'arresto di Michele Zagaria

"Tutto a posto, tanto il sistema è oleato". Ovvero: anche dopo l'arresto del capoclan gli affari non si sarebbero fermati, la rete di connivenze era così ben rodata e capillare che la fazione dei Casalesi avrebbe continuato a gestire l'assegnazione degli appalti anche una volta che la latitanza era stata interrotta dalle manette. La frase, pronunciata dal superboss Michele Zagaria dopo l'arresto, è al centro di una dichiarazione del collaboratore di giustizia Michele Barone, ex luogotenente di "Capastorta", e sarebbe proprio da quella che gli inquirenti avrebbero avviato le indagini che hanno poi portato a svelare l'ala imprenditoriale dei Casalesi e la capacità, tramite anche imprenditori e politici, di controllare il settore del ciclo delle acque.

La circostanza emerge dall'ordinanza di arresto del gip del Tribunale di Napoli Gabriella Bonavolontà che ha disposto il carcere per 7 imprenditori edili di Casapesenna, in provincia di Caserta, comune di origine della famiglia Zagaria; l'episodio sarebbe avvenuto il 7 dicembre 2011, il giorno della cattura di Zagaria dopo 14 anni di latitanza. "Nell'estate 2015 – ricorda Barone – incontrai in carcere Giuseppe Fontana, da poco arrestato; Fontana mi disse che tutte le indagini sull'ala imprenditoriale del clan erano partite dopo una frase detta da Michele Zagaria dopo l'arresto. Zagaria aveva detto: "Tutto a posto, tanto il sistema è oleato", facendo capire agli inquirenti che anche dopo di lui, il sistema di assegnazione illecito degli appalti non si sarebbe fermato".

"Ho visto Zagaria, ora non è cosa"

Dalla stessa ordinanza emerge un altro episodio, che vede protagonista Orlando Fontana, fratello di Giuseppe e tra i destinatari della misura cautelare, accusato di concorso esterno in associazione camorristica. L'uomo era stato convocato dall'allora capo della Squadra Mobile di Napoli, Vittorio Pisani, che, conoscendo il suo legame con Zagaria, gli chiese dove fosse nascosto il boss. L'imprenditore rispose che lo aveva incontrato, ma fece intendere che non avrebbe potuto rivelare la posizione di quel nascondiglio. "Se vuoi sapere se l'ho visto – disse – l'ho visto, ora non è cosa, ti dico questo qua che so".

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