È morto Peter, il 16enne che si è sparato con la pistola della madre: donati gli organi
Peter non ce l'ha fatta. Il ragazzo di sedici anni di Gesualdo che lo scorso lunedìsi è sparato un colpo di arma da fuoco alla testa, è morto. A nulla sono serviti gli sforzi dei medici e le operazioni a cui è stato sottoposto. Dopo cinque giorni di agonia all'ospedale Moscati di Avellino, ieri i medici ne hanno stabilito la morte celebrale. Oggi è stato staccato dalle macchine e gli organi sono stati espiantati per essere donati per decisione della famiglia.
Il ragazzo era stato adottato dieci anni fa dalla coppia irpina in Russia, da quel momento si era integrato nella vita della sua cittadina. Iscritto al terzo anno del liceo scientifico, studente brillante, quello che è accaduto ha lasciato in un esterefatto dolore amici, compagni di classe e insegnanti. Peter è stato trovato nei pressi dell'abitazione dei genitori dal padre, vicino al corpo la pistola regolarmente detenuta dalla madre agente della Polizia Locale del comune di Gesualdo. Le sue condizioni sono apparse da subito disperate, il proiettile gli ha trapassato il cranio, trasportato in codice rosso in ospedale da quel momento non si è più svegliato.
Ora sarà un'inchiesta a dover stabilire cosa sia accaduto. Se l'arma sia stata custodita in modo adeguato e se il gesto del giovane è stato volontario un tragico incidente. I carabinieri hanno sequestrato i dispositivi informatici in uso al giovane per cercare una possibile spiegazione o almeno elementi utili a stabilirlo. Lunedì si terranno i funerali nella chiesa di San Nicola. In concomitanza delle esequie il comune di Gesualdo ha proclamato una giornata di lutto cittadino.