Pagavano la droga coi soldi del Reddito di cittadinanza: 19 arresti ad Avellino
Durante il periodo del lockdown, quando le norme anti contagio da coronavirus impedivano di uscire di casa se non per comprovate esigenze (e tra queste non poteva esserci l'acquisto di droga), gli spacciatori si erano organizzati: consegne a domicilio, un servizio porta a porta per non perdere i clienti fidelizzati. E per venire loro incontro ne avevano escogitata anche un'altra: accettavano anche il pagamento in ritardo, col reddito di cittadinanza. È quanto hanno svelato le indagini dei carabinieri di Avellino, che dall'alba di oggi, 8 ottobre, stanno eseguendo 19 misure cautelari.
L'operazione Delivery, che vede in campo 150 militari, ha consentito di disarticolare un gruppo criminale che, avvalendosi di una capillare rete di spacciatori sul territorio, riusciva a spostare grosse quantità di stupefacenti, sia all'ingrosso per i rifornimenti, sia al dettaglio per la vendita ai clienti; la droga, tra cocaina, marijuana e hashish, veniva venduta non solo ad Avellino e nei comuni limitrofi, ma anche nell'area napoletana e nella provincia di Salerno. Nelle settimane del lockdown i carabinieri hanno documentato, con servizi mirati e appostamenti, che la distribuzione di droga non si era fermata, ma che si era anzi rivoluzionata: se i clienti non potevano più raggiungere lo spacciatore, era quest'ultimo che, una volta ricevuta l'ordinazione, pensava alla consegna direttamente a domicilio. Le indagini sono state svolte tra il novembre 2019 e l'aprile 2020.
I 19 indagati, raggiunti da misure coercitive emesse dal gip di Avellino, sono accusati a vario titolo dei reati di "detenzione, produzione e spaccio di sostanze stupefacenti" oltre che di estorsione. Da questa mattina sono in corso perquisizioni anche con il supporto dell'unità del Nucleo Carabinieri Cinofili di Sarno e del velivolo del 7° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Pontecagnano. Per 3 indagati (un 24enne, un 47enne e un 53enne, tutti di Avellino) è stato disposto il carcere, per 13 gli arresti domiciliari (residenti in Irpinia e nelle province di Caserta e Salerno e con età tra i 20 e i 65 anni) e per gli ultimi 3 l'obbligo di dimora.
La droga pagata col reddito di cittadinanza
I carabinieri hanno documentato che in molti casi, quando i clienti non riuscivano a pagare, gli spacciatori ricorrevano a minacce e intimidazioni. E che, in diverse occasioni, in particolar modo nel caso di tossicodipendenti, gli acquirenti si accordavano per saldare il debito una volta percepito il reddito di cittadinanza, che così finiva nelle tasche dei pusher. Durante le indagini i militari hanno scoperto tre laboratori artigianali per la produzione di crack.