Droga e cellulari in carcere, coi soldi della corruzione Ioia comprò motorino al figlio

Con i soldi guadagnati facendo entrare illegalmente i telefonini in carcere Pietro Ioia, il garante dei detenuti di Napoli arrestato nell'operazione dei carabinieri eseguita stamattina, 18 ottobre, avrebbe acquistato uno scooter per il figlio. La circostanza emerge dall'ordinanza, nella quale gli inquirenti sottolineano che l'uomo anche nelle altre occasioni agiva per un tornaconto economico personale, in complicità con gli altri componenti dell'organizzazione finiti in manette con l'accusa di avere fatto entrare a Poggioreale droga e telefoni.
L'episodio dello scooter è stato ricostruito a partire da una intercettazione in ambientale datata 16 dicembre 2021 tra Ioia e sua figlia e rappresenta, si legge nelle carte del Tribunale di Napoli, "ulteriore conferma del fatto che Ioia agiva spinto da movente economico, ricevendo un compenso ogni volta che introduceva in carcere oggetti non consentiti".
Arrestato Pietro Ioia: scooter al figlio coi soldi della corruzione
La giovane le chiede 500 euro e lui risponde facendo intendere che i soldi arriveranno dalle attività illecite che sta svolgendo: "Ti pago io la spesa, cinquecento euro te li do io… ora vedo di entrare qualche altri due cosarielli là dentro, sotto Natale… devo prendere pure il motorino a quello".
I "cosarielli", sottolineano gli inquirenti, sono i telefoni cellulari, mentre per "là dentro" si intende nel carcere di Poggioreale. La consegna effettivamente avviene il 23 dicembre quando, ricostruiscono ancora gli inquirenti, Ioia porta due telefonini. E viene confermato dalle indagini anche l'acquisto del motorino: esaminando i dati della Motorizzazione, risulta che in data 22 dicembre 2021 uno scooter è stato intestato alla madre del figlio di Ioia.