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Dramma lavoro a Napoli 2024, occupata solo una donna su 4 in alcuni quartieri

A Napoli solo il 41% dei napoletani lavora, il tasso di disoccupazione è il più alto tra le grandi città.
A cura di Pierluigi Frattasi
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A Napoli in molti quartieri solo una donna su quattro lavora o cerca lavoro. Nel 2024 sono drammaticamente impressionanti i dati sull’occupazione femminile nel capoluogo partenopeo, che con quasi un milione di abitanti è la città più popolosa del Sud e la terza d’Italia. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio Economico del Comune di Napoli, aggiornato al 2024. A Napoli gli occupati sono circa 255 mila, il 71% della forza lavoro.

Solo il 40% dei napoletani lavora, disoccupazione più alta tra grandi città

Il tasso di occupazione (15-64 anni) è pari al 41%, il più basso tra le città più popolose d’Italia. Nonostante il miglioramento tra il 2018 e il 2023, i disoccupati (circa 105 mila) costituiscono il 29% della forza lavoro residente.

Il tasso di disoccupazione è di gran lunga il più elevato rispetto a Milano 5,1%, Roma 5,6%, Torino 8,1%, Bari 9,1% e Palermo 19,8%. L’inattività è decisamente più frequente tra le donne: il 54% degli uomini è occupato o in cerca di lavoro mentre tra le donne questo valore è pari al 31% circa.

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La situazione dell’occupazione appare piuttosto eterogenea tra le diverse aree della città. Il tasso di occupazione a livello sub-comunale spazia dal 52% della municipalità 1 (Chiaia, Posillipo, S. Ferdinando) al 38% della municipalità 7 (Miano, Secondigliano, S. Pietro a Patierno).

Le differenze tra i tassi di occupazione sono riconducibili all’eterogeneo livello di inserimento delle donne nel mercato del lavoro. I tassi di occupazione femminile sono del 45% a Chiaia-Posillipo e del 51% a Vomero-Arenella. Quelli delle Municipalità 6 Ponticelli, Barra e San Giovanni, 7 Secondigliano, Miano e San Pietro a Patierno e 8 Piscinola, Marianella, Scampia e Chiaiano, presentano valori tra il 23 e il 26%.

A Napoli ci sono 80mila imprese

Le imprese attive censite a Napoli sono circa 80.000, in crescita rispetto al 2020 e superando anche il dato del 2019. Il 95,3% non raggiunge i dieci addetti, quasi un punto sopra la media nazionale (94,5%). Commercio e studi professionali sono il 50% delle unità locali che operano in città. L’analisi per numeri di addetti premia il settore della distribuzione commerciale che assorbe il 22% del totale, seguito dai servizi di trasporto, noleggio e agenzie e dalle attività professionali. Questi primi quattro settori valgono il 55% del totale degli addetti in città.

Per quanto riguarda la distribuzione tra le Municipalità, il 40% delle imprese con sede operativa in città opera nelle seguenti aree: Municipio-Porto-Mercato; Arenaccia-Poggioreale-Centro Direzionale; Chiaia-Mergellina; Fuorigrotta-Agnano. L’area con la maggiore percentuale (oltre il 60%) di imprese che fatturano più di 500mila euro è Vomero-Arenella, seguita da Zona Ospedaliera – Rione Alto -Camaldoli – Colli Aminei – Capodimonte. Chiaia primeggia per startup innovative (31) e PMI innovative (13).

Dalla stima SVIMEZ emerge che il PIL a Napoli è pari a circa 28,4 miliardi di euro (prezzi correnti al 2021). Il contributo al PIL viene innanzitutto dal settore dei servizi (87,3%), poi dall’Industria (12,3%) ed in via residuale dall’Agricoltura (0,4%). Il PIL del comune di Napoli rappresenta il 25% del PIL della regione Campania e il 7% di quello del Mezzogiorno.

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