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Dove si trova il vero IPM di Mare Fuori, il carcere minorile di Napoli

Dal 15 febbraio, la terza stagione della serie Mare Fuori è disponibile su Rai Due, mentre dal 1° febbraio è già visibile su Rai Play, dove ha macinato record di visualizzazioni.
A cura di Valerio Papadia
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A partire dal 15 febbraio sarà possibile vedere la terza stagione di Mare Fuori, serie tv che sarà trasmessa in prima serata su Rai Due; la serie, che racconta le vicenda di un gruppo di ragazzi reclusi nell'IPM (Istituto Penale per i Minorenni) di Napoli, è già disponibile dallo scorso 1° febbraio su Rai Play (dove ha macinato record di visualizzazioni). Probabilmente non tutti sanno – specialmente gli spettatori non partenopei – che, nonostante le vicende dei protagonisti si svolgano all'interno del carcere minorile di Napoli, la serie non è girata nel vero istituto penitenziario per minori partenopeo: il cosiddetto IPM di Napoli si trova infatti sull'isolotto di Nisida, mentre la serie è girata al Molosiglio, nella zona del Porto.

Il vero IPM di Mare Fuori si trova a Nisida

Come detto, la finzione scenica colloca l'Istituto Penale per i Minorenni di Napoli, in cui si svolgono la maggior parte delle vicende dei protagonisti, negli edifici militari del Molosiglio, dall'inconfondibile colore rosso, che si trovano nella zona del Porto cittadino. Il vero carcere minorile di Napoli però è a Nisida: si tratta di un isolotto che sorge nel Golfo di Napoli, collegato alla terraferma da un tratto di strada che conduce in via Coroglio, strada che funge da confine tra i quartieri di Bagnoli e Posillipo.

Mare Fuori non è solo carcere, ma speranza

Su Rai Play, la terza stagione ha già collezionato decine di milioni di visualizzazioni; altrettanto hanno fatto le prime due stagioni, sia su Rai Due che su Netflix. Ma perché tutto questo successo per la serie targata Rai e Picomedia? Perché, a differenza di una serie come Gomorra – con la quale, spesso, è stato fatto il paragone – ci si riesce ad immedesimare nelle storie dei giovani detenuti, dei loro genitori, dei poliziotti. E poi perché, come il titolo della serie insegna, c'è la speranza: ci sono la scuola e c'è la presenza dello Stato, che non abbandona questi ragazzi.

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