Dove è stato girato il film “È stata la mano di Dio”, le location: da Napoli alla Penisola Sorrentina
Dopo aver debuttato nelle sale cinematografiche lo scorso 24 novembre, sarà disponibile a partire da oggi, mercoledì 15 dicembre su Netflix "È stata la mano di Dio", il nuovo film di Paolo Sorrentino che, a distanza di 20 anni dall'ultima volta, è tornato ad ambientare una pellicola nella sua Napoli. Vincitore di due premi alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia, "È stata la mano di Dio" è il candidato italiano agli Oscar e ai Golden Globe 2022. La pellicola è fortemente autobiografica, in quanto racconta dell'adolescenza di Sorrentino, dall'amore per Diego Armando Maradona (a cui è dedicato anche il nome del film), acquistato dal Napoli nell'estate del 1984, fino al primo scudetto, vinto nell'estate del 1987, passando per la tragica morte dei genitori a Roccaraso, uccisi da esalazioni di monossido di carbonio.
Come detto, a 20 anni di distanza dall'ultimo film ambientato a Napoli, Paolo Sorrentino è tornato a girare nella sua città e ha inserito nella pellicola molti suoi luoghi della memoria, quelli in cui sono custoditi i suoi ricordi. Sorrentino, ad esempio, per la casa del protagonista Fabio Schisa (interpretato da un esordiente e bravissimo Filippo Scotti) e della sua famiglia, ha utilizzato proprio il palazzo in cui ha abitato, al Vomero, quartiere collinare della città. In alcune scene si vede anche lo stadio San Paolo, adesso ribattezzato stadio Diego Armando Maradona dopo la sua morte. Ecco, dunque, le principali location che si possono ammirare in "È stata la mano di Dio".
Vomero, il quartiere di Sorrentino a Napoli
Il viaggio nelle location di "È stata la mano di Dio" non poteva non iniziare dal Vomero, quartiere collinare che domina quasi tutta Napoli, a cui Paolo Sorrentino è maggiormente legato, dal momento che qui ha trascorso quell'adolescenza raccontata nel film. Proprio nel palazzo in cui il regista ha abitato, in via San Domenico, si trova la casa di Fabio Schisa, il protagonista/alter ego, e della sua famiglia. Curiosità: casa Schisa si trova proprio al piano superiore rispetto a quella di Sorrentino e della sua famiglia.
Piazza Plebiscito con un look anni Ottanta
All'inizio della pellicola c'è invece uno dei simboli di Napoli: piazza Plebiscito, per l'occasione riempita di vetture e autobus anni Ottanta. È qui che lo spettatore fa la conoscenza di zia Patrizia, interpretata da Luisa Ranieri, figura fondamentale nella formazione di Fabio Schisa: in una calda sera d'estate, mentre aspetta l'autobus, la donna viene abbordata da San Gennaro (Enzo Decaro) che prima di accompagnarla a casa la porta a conoscere o' munaciello, la figura mitologica napoletana del dispettoso monaco bambino.
Il lungomare
La prima scena, in assoluto, di "È stata la mano di Dio" mostra il lungomare di Napoli, visto però dall'acqua. Un lungo piano sequenza, una carrellata che mostra allo spettatore le bellezza della passeggiata marittima della città, mentre la macchina di tanto in tanto si concentra sull'automobile che, si scoprirà qualche scena dopo, ospita San Gennaro.
Lo stadio San Paolo a Fuorigrotta (ora stadio Maradona)
Uno dei protagonisti del film è, ovviamente, Diego Armando Maradona, la cui celebre "mano de Dios" dà il nome al film. Non poteva mancare nel film, dunque, lo stadio Maradona (dedicato al Pibe de Oro dopo la sua morte nel 2020), allora ancora stadio San Paolo. L'impianto sportivo di Fuorigrotta, in cui Fabio e suo fratello maggiore Marco guardano Maradona allenarsi, nel 1985, dopo la morte dei genitori, è stato reso grazie alla computer grafica com'era in quegli anni.
La Galleria Umberto I
Un altro celebre simbolo di Napoli, la Galleria Umberto I, ha un ruolo molto significativo nel film. Qui, Fabio/Sorrentino si innamora del cinema, quando di notte si imbatte nelle riprese del nuovo film del maestro Capuano, girato proprio sotto la Galleria. Qui si svolge anche un'altra scena molto significativa: il papà di Fabio (Toni Servillo) gli racconta il primo incontro con la madre (Teresa Saponangelo), dopo averla vista correre verso un rifugio antiaereo in via Toledo da piazzetta Matilde Serao.
Gli scorci della Penisola Sorrentina
Non solo Napoli: nel film di Paolo Sorrentino ci sono anche gli incantevoli panorami della Penisola Sorrentina. La grande casa in cui tutta la famiglia si riunisce in estate per conoscere il nuovo fidanzato della zia di Fabio è Villa Giusso Astapiana a Vico Equense, ex masseria abitata da monaci che ora invece ospita eventi. Nell'incantevole specchio d'acqua di Massa Lubrense, invece, è stata girata la scena in cui tutta la famiglia, riunita su una barca, ammira zia Patrizia che prende il sole a prua completamente nuda. Qui Fabio vede per la prima volta Armando, contrabbandiere che sfreccia a bordo del suo motoscafo, con il quale stringerà poi amicizia.
Capri e la Piazzetta deserta
Proprio in compagnia dell'amico Armando, in una scorribanda notturna, Fabio raggiunge via mare Capri. In una Piazzetta insolitamente deserta, Fabio e Armando si ritrovano a un tavolino completamente da soli, a tarda notte. Unica presenza, quasi un'apparizione, una famosa attrice, che attraversa la piazzetta e incrocia lo sguardo attonito di Fabietto, insultandolo anche per quell'occhiata troppo prolungata.
I Campi Flegrei e i suoi tesori archeologici
Nel lembo di costa subito a Nord di Napoli, nei Campi Flegrei, è ambientata forse la scena più iconica di tutto il film, quella in cui Fabio Schisa confida al maestro Capuano di voler fare cinema e questi, anche con una certa veemenza, cerca di fargli esternare questa passione, passando attraverso anche l'elaborazione del lutto derivante dalla morte di entrambi i genitori. Fabio e il regista oltrepassano una serie di cavità marine per poi ritrovarsi, di notte, di fronte alla vastità del mare: la scena è stata girata alla Piscina Mirabilis, a Bacoli.